"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

mercoledì 9 novembre 2016

I vincitori dei maggiori premi letterari italiani del 2016

Premio Campiello: Simona Vinci - "La prima verità" - Einaudi.

Premio Viareggio-Rèpaci: Franco Cordelli- "Una sostanza sottile" - Einaudi.

Premio Bancarella:  Margherita Oggero- "La ragazza di fronte" - Mondadori.

Premio Strega:  Edoardo Albinati - "La scuola cattolica" - Rizzoli.

Premio Mondello:
Marcello Fois - "Luce perfetta" -  Einaudi
Romana Petri - "Le serenate del Ciclone" - Neri Pozza
Emanuele Tonon - "Fervore" - Mondadori 

Premio Bagutta:
Paolo Di Stefano - "Ogni altra vita" - Il Saggiatore
Paolo Maurensig - "Teoria delle ombre" -  Adelphi

Premio Bergamo: Laura Pariani- "Questo viaggio chiamavamo amore" - Einaudi.

Premio Lampedusa: Emmanuel Carrère- "Il regno" - Adelphi.

Premio Rapallo Carige Donna:  Sara Rattaro - "Splendi più che puoi" - Garzanti.

domenica 6 novembre 2016

Leaving London: Come ci si sente lasciando Londra

Ci sono voluti anni di esperienze sul campo, a Londra, vissute sulla propria pelle, seguiti da altri anni di altrettante esperienze vissute fuori dal campo, per poter scrivere un post del genere. Come ci si sente a lasciare Londra dopo averci vissuto per diversi anni? Sfido chiunque a non identificarsi nelle parole del post, vissute da un emigrante qualsiasi in cerca di nuove sfide e un futuro decisamente migliore, in una realtà cosmopolita, ricca di razze, religioni, nazionalità, lingue e culture, dove il senso comunitario è una sensazione così densa che si riesce quasi a toccare con le mani.
Per tornare alla domanda di prima, quando si lascia Londra ci si sente come quando si viene liberati da un grosso peso che si porta addosso. Fuori da quella  prigione fatta da lavoro/affitto/spese, invasi da una strana sensazione di leggerezza per non dover più svegliarsi all'alba la mattina, trascorrere sessanta e passa minuti nei mezzi pubblici, raggiungere il lavoro dove già si sente la frenesia di una nuova giornata di lavoro, tornare a casa esausti dopo altri sessanta e passa minuti di trasporti pubblici, trovare a casa i propri coinquilini che in fila cucinano ognuno aspettando il proprio turno nell'unica cucina di casa. Nel momento in cui si decide di lasciare Londra si è deciso di abbandonare una costante battaglia quotidiana dove anche le cose più semplici e banali risultano veri e propri traguardi impossibili da raggiungere. Abbandonare Londra è il quesito che tutti coloro che ci vivono prima o poi dovranno affrontare. E' la giusta domanda che ci si pone quando non si riesce a trovare un lavoro fisso che non paghi proprio il minimo sindacale, una camera decente in un appartamento decente da condividere con dei coinquilini decenti (a Londra gli affitti sono tremendamente cari), quando ci si stufa della pioggia, delle nuvole e del vento incessante che per gran parte dell'anno ti perseguita per ogni attimo che trascorri col becco fuori casa. Abbandonare Londra significa anche decidere di abbandonare la battaglia contro la semplicità della vita quotidiana, il dover districarsi nei tunnel della metropolitana con la gente che ti sfreccia da tutte le parti, abbandonare le cene a base di latte e biscotti o scatolette di cibo pronto, il freddo che penetra dalle finestre di casa, le corse sotto la pioggia, il traffico, la desolazione delle fredde periferie, la polvere, le moquette vecchie, le spese di casa, l'affitto che implacabile e puntuale ti dimezza lo stipendio. Lasciando Londra però tutte queste cose ti creano un vuoto dentro difficile da colmare che provocherà un magone nel tuo stomaco ogni volta che guarderai una foto o semplicemente sentirai parlare di quella città. Perché col tempo dovrai imparare a fare a meno delle serate in compagnia dei tuoi coinquilini condividendo sventure ed esperienze, fare a meno della grande quantità di mostre, eventi, spettacoli e feste, della scelta infinita di ristoranti, bar e pub dove trascorrere serate in compagnia di colleghi e amici, fare a meno delle luci sotto natale, di primark e poundland, delle enormi opportunità di lavoro che ti si aprono davanti dopo i primi anni di ambientamento e della scandalosa puntualità dei mezzi di trasporti. Fare a meno di tutto questo sarà dura, l'importante è farne tesoro e portare con sé un pezzetto di Londra ovunque si vada.

domenica 22 maggio 2016

La superficie liquida delle cose

E' la storia di Stefano, un comune ragazzo del nostro meridione che lavora come cameriere in un villaggio turistico di una piccola località balneare, impiego che lo tiene occupato per non più di quattro mesi all'anno. Alla continua ricerca di nuovi stimoli in un mondo dove il precariato sta diventando sempre più una valida alternativa alla stabilità, il destino ha voluto riservargli una sfortuna: nascere per caso in un posto dove tutti, prima o poi, saranno costretti a prendere in considerazione l'idea di emigrare.
Oltre a trascinarsi addosso il macigno della scelta che prima o poi dovrà affrontare, la sua personalità nel corso degli anni è stata modellata dal peso che si porta addosso fin dell'adolescenza: non essere riuscito a dare l'ultimo saluto al padre prima della sua scomparsa, stroncato da una malattia sconosciuta e dietro delle circostanze alquanto misteriose. Questa mancanza, combinata con la voglia di verità che gli rode dentro e una vita alquanto precaria in un sud dove le cose cambiano con una lentezza esasperante, farà nascere in lui un senso di avversione e distacco nei confronti della sua famiglia e della terra che lo ha visto nascere e crescere. A dare il colpo di grazia a questi sentimenti ci penserà una ragazza straniera, venuta in vacanza nel villaggio turistico dove lavora, che lo spingerà ad eseguire quella mossa che da tanto aspettava.  
Scritto in seconda persona, stile già utilizzato in passato, la mia sfida è stata quella di raccontare una realtà, quella comune dei nostri giorni, di una persona come tutti noi, tramortita dagli eventi di una Sicilia arida e immobile.
Il mutamento della civiltà moderna verso una società liquida, afferma Bauman, sta portando alla diffusione della cultura del fare a meno di strutture forti, legami duraturi e progetti a lungo termine, generando sentimenti di diffidenza ed egoismo nei confronti del prossimo. Saranno tutti questi sentimenti ad accogliere il protagonista del romanzo nell'avventura che decide di intraprendere per assicurarsi un futuro stabile e affermarsi nella vita come rivincita nei confronti delle proprie origini.

lunedì 21 marzo 2016

Cinematografia Italiana, le uscite del 2016

La stagione cinematografica del 2016 si sta rivelando abbastanza ricca in uscite, nuove proposte e importanti ritorni, tra cui quello di un sorprendente Fabio Volo nella commedia "Un paese quasi perfetto" di Massimo Gaudioso.
Da notare il film documentario di Gianfranco Rosi, "Fuocoammare" che vince L'Orso d'oro alla 66/ima edizione del Festival di Berlino.
Da tenere in considerazione è "Perfetti sconosciuti" di Paolo Genovese, un film di scrittura dove un gruppo di amici persuasi di conoscersi benissimo si riunisce per una banale cena e che ci lascerà parecchio sorpresi e sgomenti sull'evoluzione della serata e sulla comunicazione nell'era moderna, completamente affidata e controllata dallo smartphone, oggetto descritto nel film come la "scatola nera" della nostra vita a cui nessuno può rinunciare.

7 minuti  (drammatico) di Michele Placido
con Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini.
- Assolo  (commedia drammatica) di Laura Morante
con Laura Morante, Piera Degli Esposti, Marco Giallini.
- Come saltano i pesci   (drammatico) di Alessandro Valori
con Simone Riccioni, Brenno Placido, Marianna Di Martino.
- Che vuoi che sia  (commedia) di Edoardo Leo
con Edoardo Leo, Anna Foglietta, Rocco Papaleo.
 - Fiore   (drammatico) di Claudio Givannesi
con Daphne Scoccia, Valerio Mastandrea, Josciua Algeri.
- Forever Young   (commedia) di Fausto Brizzi
con: Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, TeoTeocoli.
- Fuocoammare   (documentario) di Gianfranco Rosi
con: Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Pietro Bartolo.
- L'abbiamo fatta grossa   (commedia) di Carlo Verdone.
con: Carlo Verdone, Antonio Albanese
- La buona uscita  (commedia) di Enrico Iannaccone.
con Marco Cavalli, Gea Martire, Andrea Cioffi.
- La cena di natale   (commedia) di Marco Ponti
con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido.
- La pazza gioia   (commedia) di Paolo Virzì
con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti.
- Le confessioni  (drammatico) di Roberto Andò
con Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Connie Nielsen.
- Lo chiamavano Jeeg Robot  (fantascienza) di Gabriele Mainetti
con Claudio Santamaria, Luca Marinelli.
- Mi rifaccio il trullo   (commedia) di Vito Cea,
con: Uccio de Santis, Lorena Cacciatore, Stefano Masciarelli
- Nemiche per la pelle   (commedia) di Luca Lucini
con Margherita Buy, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli.
- On Air - Storia di un successo  (commedia) di Davide Simon Mazzoli
con Marco Mazzoli, Chiara Francini.
- Onda su onda   (commedia) di Rocco Papaleo
con: Alessandro Gassmann, Rocco Papaleo, Luz Cipriota
- Perfetti Sconosciuti   (commedia) di Paolo Genovese.
con: Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini,Valerio Mastandrea
- Pericle il nero  (drammatico) di Stefano Mordini
con Riccardo Scamarcio, Marina Fois, Valentina Acca.
- Se mi lasci non vale  (commedia) di Vincenzo Salemme
con Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Paolo Calabresi.
- Una nobile causa  (commedia) di Emilio Briguglio
con Antonio Catania, Giorgio Careccia, Rossella Infanti.
- Un bacio   (drammatico) di Ivan Cotroneo
con: Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani
- Un paese quasi perfetto  (commedia) di Massimo Gaudioso
con: Fabio Volo, Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Miriam Leone.
- Ustica  (drammatico) di Renzo Martinelli
con Caterina Murino, Tomas Arana, Marco Leonardi
- Veloce come il vento  (azione) di Matteo Rovere.
con Stefano Accorsi, Matilda De Angelis.
- Zeta  (drammatico) di Cosimo Alemà
con Salvatore Esposito, Jacopo Olmo Antinori.

domenica 13 marzo 2016

Un'ora di lezione con Massimo Recalcati

"Avevo perso tempo e restavo indietro. Sembrava un destino scritto sin da quando ero bambino". Con questa frase si apre il quinto capitolo del libro "L'ora di Lezione" dello psicanalista Massimo Recalcati, edito da Einaudi. Si tratta del capitolo più intenso del saggio ambientato negli anni settanta nella classe di un istituto agrario della periferia di Milano. Una vera e propria dedica d'amore dell'autore destinata alla sua insegnante, all'interno di un testo che traccia la metamorfosi del sistema educativo da quello autoritario ed edipico verso una scuola narcisistica e di massa, dove gli insegnanti sono relegati a un ruolo secondario e marginale, isolati e impossibilitati ad educare. "Per tutti loro io ero quello che restava sempre indietro. Ero la vite storta... impossibile da raddrizzare". Ma poi nell'istituto era arrivata una nuova insegnante di lettere e un nuovo amore era scoccato. Non il classico colpo di fulmine studente/insegnante, bensì un amore per il sapere, per l'apprendere, l'amore verso la letteratura tout court. In poco tempo, grazie a quell'incontro si era manifestata una metamorfosi nell'autore/protagonista, da colui che restava sempre indietro, che si distraeva facilmente, che pensava a tutto fuorché allo studio, che veniva bocciato, a colui che divorava interi libri.
Come può l'incontro con un insegnante stravolgere completamente una persona? "Non sarei stato più l'idiota della famiglia, il bambino diverso, anormale, storto che gettava i suoi genitori nella preoccupazione angosciata". Recalcati con questo capitolo ci parla del miracolo che avviene nell'ora di lezione, dei mondi nuovi che si possono creare nell'arco di quei sessanta minuti. L'autore ci insegna a non avere paura dell'amore per la letteratura, per la fame di sapere ed ascoltare, di rivivere attraverso le vite e le opere di poeti e scrittori passati, il nostro presente per capirlo e comprenderlo meglio. La scuola è tutto, l'insegnamento e il rispetto che riserviamo ai nostri insegnanti sono gli ingredienti per rendere la nostra vita una continua scoperta. "Ci hai insegnato che il desiderio senza impegno è solo un capriccio... Ci hai insegnato che le parole portano con sé una potenza sconosciuta che eccede qualunque spiegazione e di cui bisogna imparare ad avere rispetto e saperne godere".
Non c'è dubbio che dobbiamo tornare a concepire la scuola come un luogo di ammaestramento disciplinare e non come un'ennesima centrifuga burocratica fatta di numeri e risultati. Questo libro ce lo fa capire, il suo quinto capitolo ci incita a riscoprire la forza dell'educazione, il desiderio di apprendere, scoprire, ascoltare, migliorarsi, amare.