

Quella pianura compresa fra i Monti Pellegrino ed il Mar Tirreno che circonda la città di Palermo e i centri abitati limitrofi, tra cui Monreale, Bagheria, Aspra, Villabate e Ficarazzi, che si estende per circa cento chilometri quadrati, è denominata “Conca d’oro”. Un tempo questa immensa pianura era interamente coltivata ad agrumeti. Oggi, a causa di un’esagerata e incotrollata espansione urbanistica, questo patrimonio naturale è stato via via distrutto e sostituito dal cemento.
Sembrerebbe retorico ripetere che la causa principale di distruzione di questo patromionio provinciale è l’uomo, ma siamo davanti, ancora una volta, in presenza di una prova tangibile che se l’uomo non rifletta bene su dove posare ruspe e pale meccaniche, può ritrovarsi davanti a problemi ben più gravi. Difatti, questa valle, un tempo dominata da alberi, rappresentava il polmone verde di Palermo e provincia e la sua continua distruzione, oltre ad impoverire la qualità e il riciclo dell’aria, potrebbe causare fenomeni di erosione del suolo e quindi seri rischi di frane, smottamenti e avvallamenti con gravi conseguenze per le abitazioni.
Oltre ai danni causati al suolo, la continua distruzione di questo patrimonio boschivo e il suo continuo abbandono, comporta una drastica diminuizione di produzione da parte dei nostri pregiati agrumeti, con il conseguente bisogno di importare agrumi da paesi stranieri. Un paradosso se pensiamo che non siamo in grado di soddisfare il fabbisogno interno. I nostri pregiati agrumi necessitano dell’istituzione di un marchio d’origine protetta favorendone e incentivandone il suo commercio nella nostra cara isola.
Sembrerebbe retorico ripetere che la causa principale di distruzione di questo patromionio provinciale è l’uomo, ma siamo davanti, ancora una volta, in presenza di una prova tangibile che se l’uomo non rifletta bene su dove posare ruspe e pale meccaniche, può ritrovarsi davanti a problemi ben più gravi. Difatti, questa valle, un tempo dominata da alberi, rappresentava il polmone verde di Palermo e provincia e la sua continua distruzione, oltre ad impoverire la qualità e il riciclo dell’aria, potrebbe causare fenomeni di erosione del suolo e quindi seri rischi di frane, smottamenti e avvallamenti con gravi conseguenze per le abitazioni.
Oltre ai danni causati al suolo, la continua distruzione di questo patrimonio boschivo e il suo continuo abbandono, comporta una drastica diminuizione di produzione da parte dei nostri pregiati agrumeti, con il conseguente bisogno di importare agrumi da paesi stranieri. Un paradosso se pensiamo che non siamo in grado di soddisfare il fabbisogno interno. I nostri pregiati agrumi necessitano dell’istituzione di un marchio d’origine protetta favorendone e incentivandone il suo commercio nella nostra cara isola.
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