È mai esistito realmente il tesoro dei templari? E se sì, dove si trova? Per rispondere a tali e complessi quesiti bisogna tornare indietro nel tempo, più precisamente attorno al Medioevo, quando il tesoro del Re Salomone, venne messo a riparo dall’assalto al Tempio di Gerusalemme dai Romani, che ne saccheggiarono solo una piccola parte, mentre il restante venne messo a sicuro da un’organizzazione segreta di sacerdoti, che nel corso degli anni si unirono in un ordine prendendo il nome di Cavalieri Templari, che nei secoli successivi al saccheggio attuarono un’ampia attività di recupero, trasportandolo in Europa occidentale e nascondendolo in un luogo sicuro ma conosciuto da pochissimi eletti.
Codesti sacerdoti, che nel dodicesimo secolo presero il nome di cavalieri dell’ordine (ordine fondato da un cavaliere della Champagne francese, Ugo da Payns), avevano il compito di proteggere il tesoro e i segreti a essi connessi, ma scompavero drammaticamente intorno al quattordicesimo secolo, quando il Re di Francia li mise tutti indistamente sotto arresto accusandoli ingiustamente, dopo un drammatico processo, di eresia e di adorare un’idolo barbuto chiamato Bafometto, con l’obiettivo di torturarli per strappare loro, invano, il segreto dell’esatta ubicazione del tesoro, ma anche perché si era creato attorno a questi cavalieri un clima di ostilità vista la loro ingente ricchezza che aumentava costantemente. Infatti coi Templari ebbe inizio il primo grande commercio bancario incentrato sui prestiti e arrivando persino a prestare ingenti somme di denaro a potenti stati occidentali.
L’ubicazione del loro famoso tesoro, che a quello primordiale de Re Salomone nel corso dei secoli si aggiunsero i proventi delle donazioni private di tutti i nuovi membri, da importanti reliquie, dalla Sindone, dalla Menorah (il candeliere a sette braccia completamente d’oro), dal Graal (la famosa coppa che contiene il sangue di Cristo per due volte), da svariati oggetti d’oro e dagli interessi provenienti dalle attività bancarie cui si svelarano molto abili e da antichi ma importanti documenti, è rimasta sempre un mistero. Tuttavia tante ipotesi sono state elevate, il più delle volte con l’intento di sviare le tracce, come quelle che raccontano che il tesoro si trovi in Italia o in Portogallo (il cui nome si pensi derivi dall’antico detto francese Port ton Graal) o vicino la costa atlantica della Francia e che da l’avrebbero imbarcato fino in sudamerica. Ma quella che sembra più convenevole riporta dritta a una minuscola cittadina composta da una manciata di abitanti, situata sulla cima di una collina argillosa nel sud della Francia, vicino al confine con la Spagna e a ridosso dei Pirenei, che si chiama Rennes-le-Château. Una suggestiva ipotesi ci racconta che il famoso tesoro fosse stato scoperto accidentalmente durante dei lavori di restauro nella chiesa, a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, da un parroco chiamato Bérenger de Saunière, che non possedendo alcun patrimonio personale, cominciò a spendere ingenti somme di denaro facendo restaurare maestosamente la chiesa della cittadina e costruendo dei lussureggianti giardini tutt’intorno, una lunga balconata panoramica e una maestosa villa (Villa Betania) dominata da un’imponente torre (Torre di Magdala). Si pensa anche che il parroco, nel corso della restaurazione della chiesa, avrebbe anche scoperto preziosi documenti, di cui sono rimaste solo labili tracce documentarie, contenenti messaggi cifrati indicanti la presenza del Santo Graal, il quale reale significato rappresenta uno dei misteri più incisi nella storia dell’umanità, ma che si pensi indichi la discendenza segreta di Gesù e riconducibile quindi al suo segreto matrimonio con una presunta Maria Maddalena, e come sostengono alcuni scrittori (Lincoln, Baigent e Leigh), si tratta della prova inconfutabile che Gesù Cristo visse fino all’anno 45.
Ovviamente una scoperta di tale dimensioni avrebbe fatto sprofondare tutti i dogmi della chiesa cristiana in generale, avrebbe rimesso in discussione e annientato secoli e secoli di divulgazione religiosa e creato serissime rivolte contro il Vaticano. Quindi per proteggere questo segreto, sarebbe sorta una potentissima organizzazione segreta, il “Priorato di Sion”, tutt’ora praticante, finanziata ovviamente dal Vaticano e di cui, nel corso dei secoli ne hanno fatto parte personaggi illustri come Leonardo Da Vinci, Sandro Filipepi detto il “Botticelli”, Victor Hugo, Isaac Newton e tanti altri.
Le speculazioni sul conto dei Templari, sul famoso tesoro, sulla ricerca del santo Graal e sul presunto matrimonio di Gesù Cristo, negli ultimi anni si sono incrementate dovute in parte al successo di best sellers che mescolano dati storici con interpretazioni di fantasia di alcuni autori in cerca di successo, come i romanzi: “I codici del labirinto” di Kate Mosse; “Il tesoro maledetto” di Gérard de Sède; “La fratellanza della sacra sindone” di Julia Navarro; oppure, caso più eclatante, commerciale e mediatico, “Il codice da vinci” di Dan Brown, di cui ne è anche stato tratto un film, che però è stato accusato di plagio dagli autori del famoso saggio “Il santo graal” del 1982 degli autori Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln.
Grazie a tutte queste opere, oggi, il piccolo paese di Rennes-le-Château è meta prediletta di migliaia di amanti del mistero e cercatori di tesori, ma sul fatto si è molto favoleggiato arricchendo la storia, col passare degli anni, di particolari inverosimili, che non fanno altro che tramandare questo mistero di generazioni in generazioni.
Codesti sacerdoti, che nel dodicesimo secolo presero il nome di cavalieri dell’ordine (ordine fondato da un cavaliere della Champagne francese, Ugo da Payns), avevano il compito di proteggere il tesoro e i segreti a essi connessi, ma scompavero drammaticamente intorno al quattordicesimo secolo, quando il Re di Francia li mise tutti indistamente sotto arresto accusandoli ingiustamente, dopo un drammatico processo, di eresia e di adorare un’idolo barbuto chiamato Bafometto, con l’obiettivo di torturarli per strappare loro, invano, il segreto dell’esatta ubicazione del tesoro, ma anche perché si era creato attorno a questi cavalieri un clima di ostilità vista la loro ingente ricchezza che aumentava costantemente. Infatti coi Templari ebbe inizio il primo grande commercio bancario incentrato sui prestiti e arrivando persino a prestare ingenti somme di denaro a potenti stati occidentali.
L’ubicazione del loro famoso tesoro, che a quello primordiale de Re Salomone nel corso dei secoli si aggiunsero i proventi delle donazioni private di tutti i nuovi membri, da importanti reliquie, dalla Sindone, dalla Menorah (il candeliere a sette braccia completamente d’oro), dal Graal (la famosa coppa che contiene il sangue di Cristo per due volte), da svariati oggetti d’oro e dagli interessi provenienti dalle attività bancarie cui si svelarano molto abili e da antichi ma importanti documenti, è rimasta sempre un mistero. Tuttavia tante ipotesi sono state elevate, il più delle volte con l’intento di sviare le tracce, come quelle che raccontano che il tesoro si trovi in Italia o in Portogallo (il cui nome si pensi derivi dall’antico detto francese Port ton Graal) o vicino la costa atlantica della Francia e che da l’avrebbero imbarcato fino in sudamerica. Ma quella che sembra più convenevole riporta dritta a una minuscola cittadina composta da una manciata di abitanti, situata sulla cima di una collina argillosa nel sud della Francia, vicino al confine con la Spagna e a ridosso dei Pirenei, che si chiama Rennes-le-Château. Una suggestiva ipotesi ci racconta che il famoso tesoro fosse stato scoperto accidentalmente durante dei lavori di restauro nella chiesa, a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, da un parroco chiamato Bérenger de Saunière, che non possedendo alcun patrimonio personale, cominciò a spendere ingenti somme di denaro facendo restaurare maestosamente la chiesa della cittadina e costruendo dei lussureggianti giardini tutt’intorno, una lunga balconata panoramica e una maestosa villa (Villa Betania) dominata da un’imponente torre (Torre di Magdala). Si pensa anche che il parroco, nel corso della restaurazione della chiesa, avrebbe anche scoperto preziosi documenti, di cui sono rimaste solo labili tracce documentarie, contenenti messaggi cifrati indicanti la presenza del Santo Graal, il quale reale significato rappresenta uno dei misteri più incisi nella storia dell’umanità, ma che si pensi indichi la discendenza segreta di Gesù e riconducibile quindi al suo segreto matrimonio con una presunta Maria Maddalena, e come sostengono alcuni scrittori (Lincoln, Baigent e Leigh), si tratta della prova inconfutabile che Gesù Cristo visse fino all’anno 45.
Ovviamente una scoperta di tale dimensioni avrebbe fatto sprofondare tutti i dogmi della chiesa cristiana in generale, avrebbe rimesso in discussione e annientato secoli e secoli di divulgazione religiosa e creato serissime rivolte contro il Vaticano. Quindi per proteggere questo segreto, sarebbe sorta una potentissima organizzazione segreta, il “Priorato di Sion”, tutt’ora praticante, finanziata ovviamente dal Vaticano e di cui, nel corso dei secoli ne hanno fatto parte personaggi illustri come Leonardo Da Vinci, Sandro Filipepi detto il “Botticelli”, Victor Hugo, Isaac Newton e tanti altri.
Le speculazioni sul conto dei Templari, sul famoso tesoro, sulla ricerca del santo Graal e sul presunto matrimonio di Gesù Cristo, negli ultimi anni si sono incrementate dovute in parte al successo di best sellers che mescolano dati storici con interpretazioni di fantasia di alcuni autori in cerca di successo, come i romanzi: “I codici del labirinto” di Kate Mosse; “Il tesoro maledetto” di Gérard de Sède; “La fratellanza della sacra sindone” di Julia Navarro; oppure, caso più eclatante, commerciale e mediatico, “Il codice da vinci” di Dan Brown, di cui ne è anche stato tratto un film, che però è stato accusato di plagio dagli autori del famoso saggio “Il santo graal” del 1982 degli autori Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln.
Grazie a tutte queste opere, oggi, il piccolo paese di Rennes-le-Château è meta prediletta di migliaia di amanti del mistero e cercatori di tesori, ma sul fatto si è molto favoleggiato arricchendo la storia, col passare degli anni, di particolari inverosimili, che non fanno altro che tramandare questo mistero di generazioni in generazioni.