E' la storia di Stefano, un comune ragazzo del nostro meridione che lavora come cameriere in un villaggio
turistico di una piccola località balneare, impiego che lo tiene
occupato per non più di quattro mesi all'anno. Alla continua ricerca di nuovi stimoli in un mondo dove il precariato sta diventando sempre più una valida alternativa alla stabilità, il destino ha voluto riservargli una sfortuna: nascere per caso in un posto dove
tutti, prima o poi, saranno costretti a prendere in considerazione
l'idea di emigrare.
Oltre a trascinarsi addosso il macigno della scelta che prima o poi dovrà affrontare, la sua personalità nel
corso degli anni è stata modellata dal peso che si porta addosso fin dell'adolescenza: non essere riuscito a dare l'ultimo saluto al padre prima della sua scomparsa, stroncato da una malattia
sconosciuta e dietro delle circostanze alquanto misteriose. Questa
mancanza, combinata con la voglia di verità che gli rode dentro e una vita alquanto
precaria in un sud dove le cose cambiano con una lentezza
esasperante, farà nascere in lui un senso di avversione e distacco
nei confronti della sua famiglia e della terra che lo ha visto nascere e crescere. A dare
il colpo di grazia a questi sentimenti ci penserà una ragazza
straniera, venuta in vacanza nel villaggio turistico dove lavora, che
lo spingerà ad eseguire quella mossa che da tanto aspettava.
Scritto in seconda persona, stile già utilizzato in passato, la mia sfida è stata quella di raccontare una realtà, quella comune dei nostri giorni, di una persona come tutti noi, tramortita dagli eventi di una Sicilia arida e immobile.
Il mutamento della civiltà moderna verso una società liquida, afferma Bauman, sta portando alla diffusione della cultura del fare a meno di strutture forti, legami duraturi e progetti a lungo termine, generando sentimenti di diffidenza ed egoismo nei confronti del prossimo. Saranno tutti questi sentimenti ad accogliere il protagonista del romanzo nell'avventura che decide di intraprendere per assicurarsi un futuro stabile e affermarsi nella vita come rivincita nei confronti delle proprie origini.