"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

domenica 13 marzo 2016

Un'ora di lezione con Massimo Recalcati

"Avevo perso tempo e restavo indietro. Sembrava un destino scritto sin da quando ero bambino". Con questa frase si apre il quinto capitolo del libro "L'ora di Lezione" dello psicanalista Massimo Recalcati, edito da Einaudi. Si tratta del capitolo più intenso del saggio ambientato negli anni settanta nella classe di un istituto agrario della periferia di Milano. Una vera e propria dedica d'amore dell'autore destinata alla sua insegnante, all'interno di un testo che traccia la metamorfosi del sistema educativo da quello autoritario ed edipico verso una scuola narcisistica e di massa, dove gli insegnanti sono relegati a un ruolo secondario e marginale, isolati e impossibilitati ad educare. "Per tutti loro io ero quello che restava sempre indietro. Ero la vite storta... impossibile da raddrizzare". Ma poi nell'istituto era arrivata una nuova insegnante di lettere e un nuovo amore era scoccato. Non il classico colpo di fulmine studente/insegnante, bensì un amore per il sapere, per l'apprendere, l'amore verso la letteratura tout court. In poco tempo, grazie a quell'incontro si era manifestata una metamorfosi nell'autore/protagonista, da colui che restava sempre indietro, che si distraeva facilmente, che pensava a tutto fuorché allo studio, che veniva bocciato, a colui che divorava interi libri.
Come può l'incontro con un insegnante stravolgere completamente una persona? "Non sarei stato più l'idiota della famiglia, il bambino diverso, anormale, storto che gettava i suoi genitori nella preoccupazione angosciata". Recalcati con questo capitolo ci parla del miracolo che avviene nell'ora di lezione, dei mondi nuovi che si possono creare nell'arco di quei sessanta minuti. L'autore ci insegna a non avere paura dell'amore per la letteratura, per la fame di sapere ed ascoltare, di rivivere attraverso le vite e le opere di poeti e scrittori passati, il nostro presente per capirlo e comprenderlo meglio. La scuola è tutto, l'insegnamento e il rispetto che riserviamo ai nostri insegnanti sono gli ingredienti per rendere la nostra vita una continua scoperta. "Ci hai insegnato che il desiderio senza impegno è solo un capriccio... Ci hai insegnato che le parole portano con sé una potenza sconosciuta che eccede qualunque spiegazione e di cui bisogna imparare ad avere rispetto e saperne godere".
Non c'è dubbio che dobbiamo tornare a concepire la scuola come un luogo di ammaestramento disciplinare e non come un'ennesima centrifuga burocratica fatta di numeri e risultati. Questo libro ce lo fa capire, il suo quinto capitolo ci incita a riscoprire la forza dell'educazione, il desiderio di apprendere, scoprire, ascoltare, migliorarsi, amare.   

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