"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

lunedì 15 marzo 2010

Fulvio Di Piazza a Palazzo Ziino


Inaugurata sabato 13 Marzo alle 19, il Museo di Palazzo Ziino (via Dante 53, Palermo) ospita una personale dell’artista palermitano Fulvio Di Piazza, che sarà aperta al pubblico fino a domenica 25 Aprile. La mostra è frutto di un’organizzazione sinergica tra l’Associazione Ars Mediterranea e della Galleria Bonelli di Mantova, in collaborazione con la GAM di Palermo, e con il Patrocinio di Regione Siciliana, Provincia di Palermo, Comune di Palermo.
Le venti grandi tele esposte alla personale sono frutto di lavori dal 2007 a oggi che designano l’orientazione dell’artista verso immagini e forme senza tempo, grazie ad un modus operandi abbastanza estemporaneo che rende le sue opere veri e propri territori del subconscio. L’immaginario di Fulvio Di Piazza, dall’attitudine fortemente fiabesca e fantasy, si esplica attraverso figure impossibili, antropomorfe, collocate all’interno di una natura dai contorni fascinosi e insieme “perturbanti”, composti da cromatismi freddi, alternati a tonalità acide, forti e vitali che costruiscono architetture naturali che appaiono, a un primo sguardo, riconoscibili, ma che suscitano, subdolamente, la percezione di un profondo mistero.
Oltre alla selezione di opere esposte, la mostra presenta dei wall painting realizzati dall’artista, un’installazione pittorica pensata appositamente per lo spazio espositivo, che integrerà l’ampia selezione di tele.
In occasione dell’evento è stato pubblicato un catalogo a calori, edito da Edizioni di Passaggio, che raccoglie l’ampia selezione di tele presentate al museo, insieme a due saggi critici di Marco Meneguzzo ed Helga Marsala e a un’intervista all’artista a cura di Laura Francesca Di Trapani che aiuterà i partecipanti alla mostra a capire meglio chi è Fulvio Di Piazza, dalle sue paure ai desideri più nascosti e svelandoci il suo passaggio da una pittura fantasy a una surreale.
Per maggiori info sulla mostra: +39 0917407631, +39 338 3402562. Gli orari sono: dal martedì al sabato dalle ore 9 alle ore 19.30; domenica dalle ore 9 alle 13, lunedì chiuso. Ingresso libero.

sabato 13 marzo 2010

“Spazio all’arte” bissa il successo dello scorso anno


La rassegna dedicata all’arte contemporanea siciliana "Spazio all’Arte" bissa il successo del 2009: da domenica 7 marzo a sabato 20 marzo infatti si terrà una speciale collettiva che vedrà partecipare gli artisti della scorsa rassegna, organizzata da bquadro eventi e comunicazione, e curata sempre da Laura Francesca Di Trapani. La rassegna sarà nuovamente vetrina delle opere di: Davide Cappelli, Giuseppe Costa, Daniela Balsamo, Igor Scalisi Palminteri, Lorenzo Passanante e Angela Vinci, il cui filo conduttore è il desiderio di creare uno spazio all’interno del quale poter regalare uno spaccato della produzione artistica contemporanea siciliana, dando vita ad uno spazio di aggregazione, di confronto e di ricerca sul tema dell’arte stessa. Spazio all’Arte Reunion si terrà in un nuovo spazio espositivo, l’ex chiesa del Noviziato dei Crociferi (via Torremuzza 20, Palermo), messo a disposizione da Maurizio Carta, assessore al centro storico del Comune di Palermo e rimarrà aperta al pubblico (ad ingresso libero), dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.30, il sabato dalle 10 alle 13, domenica sarà invece chiusa.

lunedì 8 marzo 2010

THE HURT LOCKER & KATHRYN BIGELOW trionfano agli Oscar


È "The Hurt Locker" di Kathryn Bigelow il miglior film dell'anno 2010. Un'edizione, questa, che passa alla storia anche per la prima statuetta per la miglior regia vinta da una donna, proprio l'8 Marzo, festa della donna. Al momento di ritirare le statuette, la regista cinquattottenne, le dedica a "tutti gli uomini e le donne che portano un'uniforme in ogni parte del mondo". La pellicola che ha diretto, ambientata in Iraq, infatti racconta di come l'adrenalina della guerra impedisca ai soldati di tornare a una vita normale.
Due le statuette portate a casa da talenti del nostro Paese, anche se cresciuti negli Usa. Una se la aggiudica il calabrese Mauro Fiore, miglior fotografia per "Avatar". L'altra l'italoamericano (nato nel New Jersey, ma con cittadinanza italiana) Michael Giacchino, miglior colonna sonora per "Up".

Ma ecco la lista completa dei vincitori degli 82mi Academy Awards:
MIGLIOR FILM : The hurt locker
MIGLIOR REGIA : Kathryn Bigelow per The hurt locker
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA : Jeff Bridges per Crazy heart
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA : Sandra Bullock per The blind side
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA : Christoph Waltz per Bastardi senza gloria
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA : Mo'Nique per Precious
MIGLIOR FILM STRANIERO : El secreto de sus ojos di Juan José Campanella (Argentina)
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE : Up
MIGLIOR FOTOGRAFIA : Mauro Fiore per Avatar
MIGLIOR SCENOGRAFIA : Rick Carter, Robert Stromberg e Kim Sinclair per Avatar
MIGLIORI COSTUMI : Sandy Powell per The young Victoria
MIGLIOR DOCUMENTARIO : "The Cove" di Louie Psihoyos
MIGLIOR DOCUMENTARIO CORTO : "Music by Prudence" di Roger Ross Williams
MIGLIOR MONTAGGIO : Bob Murawski e Chris Innis per The hurt locker
MIGLIOR TRUCCO : Barney Burman, Mindy Hall e Joel Harlow per Star Trek
MIGLIOR COLONNA SONORA : Michael Giacchino per Up
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE : "The Weary Kind" di T-Bone Burnett e Ryan Bingham per Crazy Heart
MIGLIOR CORTO ANIMATO : "Logorama" di Nicolas Schmerkin
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D'AZIONE : "The New Tenants" di Joachim Back.
MIGLIOR MONTAGGIO DEL SUONO : Paul N.J. Ottosson per The hurt locker
MIGLIOR MISSAGGIO DEL SUONO : Paul N.J. Ottosson e Ray Beckett per The hurt locker
MIGLIOR EFFETTI SPECIALI : Joe Letteri, Stephen Rosenbaum, Richard Baneham, Andy Jones per Avatar
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE : Geoffrey Fletcher per Precious (tratta da Push di Sapphire)
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE : Mark Boal per The hurt locker

sabato 27 febbraio 2010

Il mistero mai svelato del tesoro dei templari



È mai esistito realmente il tesoro dei templari? E se sì, dove si trova? Per rispondere a tali e complessi quesiti bisogna tornare indietro nel tempo, più precisamente attorno al Medioevo, quando il tesoro del Re Salomone, venne messo a riparo dall’assalto al Tempio di Gerusalemme dai Romani, che ne saccheggiarono solo una piccola parte, mentre il restante venne messo a sicuro da un’organizzazione segreta di sacerdoti, che nel corso degli anni si unirono in un ordine prendendo il nome di Cavalieri Templari, che nei secoli successivi al saccheggio attuarono un’ampia attività di recupero, trasportandolo in Europa occidentale e nascondendolo in un luogo sicuro ma conosciuto da pochissimi eletti.
Codesti sacerdoti, che nel dodicesimo secolo presero il nome di cavalieri dell’ordine (ordine fondato da un cavaliere della Champagne francese, Ugo da Payns), avevano il compito di proteggere il tesoro e i segreti a essi connessi, ma scompavero drammaticamente intorno al quattordicesimo secolo, quando il Re di Francia li mise tutti indistamente sotto arresto accusandoli ingiustamente, dopo un drammatico processo, di eresia e di adorare un’idolo barbuto chiamato Bafometto, con l’obiettivo di torturarli per strappare loro, invano, il segreto dell’esatta ubicazione del tesoro, ma anche perché si era creato attorno a questi cavalieri un clima di ostilità vista la loro ingente ricchezza che aumentava costantemente. Infatti coi Templari ebbe inizio il primo grande commercio bancario incentrato sui prestiti e arrivando persino a prestare ingenti somme di denaro a potenti stati occidentali.
L’ubicazione del loro famoso tesoro, che a quello primordiale de Re Salomone nel corso dei secoli si aggiunsero i proventi delle donazioni private di tutti i nuovi membri, da importanti reliquie, dalla Sindone, dalla Menorah (il candeliere a sette braccia completamente d’oro), dal Graal (la famosa coppa che contiene il sangue di Cristo per due volte), da svariati oggetti d’oro e dagli interessi provenienti dalle attività bancarie cui si svelarano molto abili e da antichi ma importanti documenti, è rimasta sempre un mistero. Tuttavia tante ipotesi sono state elevate, il più delle volte con l’intento di sviare le tracce, come quelle che raccontano che il tesoro si trovi in Italia o in Portogallo (il cui nome si pensi derivi dall’antico detto francese Port ton Graal) o vicino la costa atlantica della Francia e che da l’avrebbero imbarcato fino in sudamerica. Ma quella che sembra più convenevole riporta dritta a una minuscola cittadina composta da una manciata di abitanti, situata sulla cima di una collina argillosa nel sud della Francia, vicino al confine con la Spagna e a ridosso dei Pirenei, che si chiama Rennes-le-Château. Una suggestiva ipotesi ci racconta che il famoso tesoro fosse stato scoperto accidentalmente durante dei lavori di restauro nella chiesa, a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, da un parroco chiamato Bérenger de Saunière, che non possedendo alcun patrimonio personale, cominciò a spendere ingenti somme di denaro facendo restaurare maestosamente la chiesa della cittadina e costruendo dei lussureggianti giardini tutt’intorno, una lunga balconata panoramica e una maestosa villa (Villa Betania) dominata da un’imponente torre (Torre di Magdala). Si pensa anche che il parroco, nel corso della restaurazione della chiesa, avrebbe anche scoperto preziosi documenti, di cui sono rimaste solo labili tracce documentarie, contenenti messaggi cifrati indicanti la presenza del Santo Graal, il quale reale significato rappresenta uno dei misteri più incisi nella storia dell’umanità, ma che si pensi indichi la discendenza segreta di Gesù e riconducibile quindi al suo segreto matrimonio con una presunta Maria Maddalena, e come sostengono alcuni scrittori (Lincoln, Baigent e Leigh), si tratta della prova inconfutabile che Gesù Cristo visse fino all’anno 45.
Ovviamente una scoperta di tale dimensioni avrebbe fatto sprofondare tutti i dogmi della chiesa cristiana in generale, avrebbe rimesso in discussione e annientato secoli e secoli di divulgazione religiosa e creato serissime rivolte contro il Vaticano. Quindi per proteggere questo segreto, sarebbe sorta una potentissima organizzazione segreta, il “Priorato di Sion”, tutt’ora praticante, finanziata ovviamente dal Vaticano e di cui, nel corso dei secoli ne hanno fatto parte personaggi illustri come Leonardo Da Vinci, Sandro Filipepi detto il “Botticelli”, Victor Hugo, Isaac Newton e tanti altri.
Le speculazioni sul conto dei Templari, sul famoso tesoro, sulla ricerca del santo Graal e sul presunto matrimonio di Gesù Cristo, negli ultimi anni si sono incrementate dovute in parte al successo di best sellers che mescolano dati storici con interpretazioni di fantasia di alcuni autori in cerca di successo, come i romanzi: “I codici del labirinto” di Kate Mosse; “Il tesoro maledetto” di Gérard de Sède; “La fratellanza della sacra sindone” di Julia Navarro; oppure, caso più eclatante, commerciale e mediatico, “Il codice da vinci” di Dan Brown, di cui ne è anche stato tratto un film, che però è stato accusato di plagio dagli autori del famoso saggio “Il santo graal” del 1982 degli autori Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln.
Grazie a tutte queste opere, oggi, il piccolo paese di Rennes-le-Château è meta prediletta di migliaia di amanti del mistero e cercatori di tesori, ma sul fatto si è molto favoleggiato arricchendo la storia, col passare degli anni, di particolari inverosimili, che non fanno altro che tramandare questo mistero di generazioni in generazioni.

venerdì 19 febbraio 2010

Ancora mistero sulla morte di René Descartes


Il filosofo francese René Descartes non sarebbe morto a causa di una malattia, ma sarebbe stato assassinato. È questa la teroria esposta dall’universitario tedesco Theodor Ebert all’interno della sua opera Der rätselhafte Tod des René Descartes (La morte misteriosa di René Descartes, libro purtroppo non ancora tradotto in altre lingue). Officialmente, Descartes sarebbe morto a causa di una polmonite, quando fu invitato nel 1650 a Stoccolma, dalla regina di Svezia, perché tutte le mattine, attorno le cinque, doveva seguire le lezioni tenute dalla regina in una stanza glaciale e senza alcun riscaldamento.
Mais pe Ebert, la verità è totalmente diversa. Il filosofo sarebbe stato avvelenato da un prete cattolico tramite un’ostia contenente una dose mortale di arsenico. Per spiegare la sua teoria, il ricercatore tedesco, ha spulciato gli archivi dell’epoca ricercando informazioni sugli ultimi giorni del filosofo in esilio in Svezia. La sua conclusione non ammette repliche: vertigini, mal di stomaco, vomito, tracce di sangue nelle urine. Non si trattava per niente di sintomi di una polmonite, ma di un avvelenamento.
Come mai dunque François Viogué, (missionario apostolico per i paesi del nord) avrebbe voluto la morte del filosofo? La risposta è tutta nelle ragioni religiose. Infatti, nel 1648, informa i suoi superiori del Vaticano che la regina Cristina di Svezia, protestante, sarebbe suscettibile alla conversione al cattolicesimo. Ebbene, Ebert spiega che le idee di Descartes non si accordavano totalmente coi dogmi cattolici soprattutto quando uno dei principi fondamentali afferma che il corpo di Cristo si troverebbe realmente nelle ostie consumate dai fedeli durante la comunione, principio assolutamente incompatibe con le idee del filosofo. Il missionario avrebbe dunque visto in Descartes un ostacolo alla conversione della regina verso il cattolicesimo, decidendo quindi di assassinarlo tramite appunto un’ostia consacrata, il 2 febbraio del 1650. Nel 1654, la regina Cristina di Svezia abbandona la Corona e si converte al cattolicesimo.
Ebert illustra la sua documentazione di estratti della corrispondenza tra la regina di Svezia e l’ambasciatore di Francia a Stoccolma perché secondo lui è chiaro che hanno cercato di interrare l’affare. In un’intervista alla rivista Books, spiega anche che Descartes si era fatto prescrivere una medicina contro il continuo vomitare, significato del fatto che fosse cosciente che l’avevano avvelenato. Prova supplementare: Viogué avrebbe rifiutato l’estrema unzione a Descartes, poco prima della sua morte.
La teoria di Ebert, giudicata credibile da diversi ricercatori tedeschi, sarebbe invece stata snobbata dagli studiosi francesi di filosofia, che affermano che le speculazioni sulla morte del filosofo non sono nuove e questa medesima teoria sarebbe già stata evocata all’indomani della morte del filosofo. Di fatto, il mistero continua...

giovedì 11 febbraio 2010

La migliore libreria d’Italia si trova a Messina


Le città siciliane, è noto, si collocano spesso nelle prime posizioni di classifiche poco gratificanti, come quelle del maggior abusivismo edilizio, di maggiore criminalità, di commercianti che pagano il pizzo, di disoccupazione giovanile e tante altre ancora. Ma a smentire ed ammorzare in parte queste negative classifiche, ci pensano le attività culturali di tantissime associazioni e librerie. Tra queste spicca la città di Messina, dove nel 2010 è stata assegnata un importante riconoscimento, quale sede della migliore libreria d’Italia.
Il premio, dedicato alla memoria di Luciano e Silvana Mauri (editori e fondatori della “
scuola per librai UEM di Venezia) è stato attribuito alla libreria di Daniela Bonanzinga di cui è titolare e che gestisce insieme alla madre Rosalba e che si trova nella stessa via dei Mille dove nel 1969, esattamente quarant’anni fa, la fondò il padre Antonino. Dopo essere stato direttore commerciale del gruppo “Commissionaria editrice”, in Piemonte, Antonino decise di rientrare nella terra d’origine dove, oltre a ricoprire il ruolo di primo agente Einaudi, volle coraggiosamente scommettere puntando su un’iniziativa che oggi dà i suoi frutti migliori: una libreria.
La libreria, che tratta esclusivamente di narrativa e saggistica, ha vinto il prestigioso riconoscimento in base a criteri quali: “qualità delle pubblicazioni, innovazione, professionalità e imprenditorialità”. Infatti, la giovane e intraprendente libraia ha saputo nel tempo far crescere l’offerta culturale modellandola sulle necessità del quartiere e della città, con particolare attenzione ai giovani. Il negozio oggi rappresenta per la comunità messinese un vero e proprio centro di produzione e diffusione di cultura, dove cura con passione le ristampe di preziosi libri di storia patria,
promuove la lettura tra le nuove generazioni con laboratori per bambini e lavora in sinergia con le scuole per far scoprire ai giovanissimi il piacere di recarsi in libreria e scegliere un libro.
Ad aggiungere valore e prestigio a questa importante realtà libraia messinese, è il fatto che oggi le librerie indipendenti e storiche stanno costantemente scomparendo per lasciar posto ai grandi bookstore di catena che possono permettersi sconti colossali. È chiaro che qualche provvedimento deve essere preso dalle istituzioni e dalla legge per arrestare l’estinzione di queste case di cultura dove non vi si trovano solo semplici commessi a vendere libri, ma gente che ama i libri e che svolge questo mestiere per pura passione verso uno strumento portatore di saggezza e arricchimento interiore.

Emporio Armani Caffé - London


domenica 31 gennaio 2010

Scompare l’autore de “Il giovane Holden”


Nato l’1 Gennaio del 1919 a New York da una famiglia agiata, Jerome David Salinger comincia a scrivere a 15 anni, età in cui entra al collegio militare della Pennsylvania, e nel contempo la scoperta di autori come Hemingway e Fitzgerald fortificano la sua vocazione. Dotato di una certa “ingenuità” intuitiva, lo scrittore americano riusciva ad evocare nelle sue opere l’innocenza disillusa dell’adolescenza, illustrata egregiamente negli eroi de “Il giovane Holden” (romanzo di formazione uscito nel 1951, che ha profondamente segnato la letteratura americana del ventesimo secolo) e soprattutto in Holden Caulfield, alunno bocciato dalla sua prestigiosa scuola che decide di trascorrere tre giorni a New York prima di tornare a casa e rendere conto della sua bocciatura ai suoi genitori, scoprendo un mondo artificiale e alquanto convenzionale, quello degli adulti, e completamente differente da quello che da sempre l’aveva accerchiato, facendo nascere in lui un certo disgusto. Il romanzo, tuttora popolarissimo e considerato una perfetta descrizione dell’angoscia adolescenziale, fu tuttavia vietato dalla censura in alcuni paesi e scuole statunitensi a causa del suo linguaggio volgare, di alcune scene scabrose ma anche per alcuni delicati temi, come quello della religione, trattati con troppa disinvoltura dall’autore e che alcuni critici designarono come un “brutto” esempio per gli adolescenti americani (Salinger fu un entusiasta seguace del Buddhismo Zen).
A differenza di molti autori, alla perenne ricerca della fama e dopo averla raggiunta, la sfruttano per una vita frenetica e sempre ai limiti del collasso, Salinger si è sempre preoccupato di scomparire, di non lasciare traccia alcuna della sua presenza terrena a parte alcuni suoi capolavori: sarà forse a causa della sua voglia di smascherare la verità della società americana, consumista e attaccata ai beni materiali, alla sua voglia di gridare al mondo che il mito dell’uomo adulto in America è solo falso. Il celebre autore, malgrado l’enorme successo de “Il giovane Holden” (titolo originale: The Catcher in the Rye) viveva recluso e non aveva accordato nessuna intervista con i media dal 1974 e non pubblicando più nulla dal 1965, anno in cui apparve sul “New Yorker” un ultimo racconto, e vivendo isolato a Cornish, minuscolo paesotto del New Hampshire.
Ecco che il suo ultimo silenzio viene rappresentato come un’ultima scrittura, un’opera ultima di uno scrittore di un mondo post-eroico, post-umano. J.D. Salinger è morto il
27 gennaio 2010 per cause naturali.

martedì 12 gennaio 2010

EMPORIO ARMANI CAFFÈ - London


The first Emporio Armani Caffé opened in London in 1989, and since then the original concept has been adopted in cities around the world. There are now 13 Emporio Armani Caffé worldwide.
The inspiration for the E.A. Caffé came from Giorgio Armani's personal love of simple, healthy, fresh cuisine. "I appreciate simple things, like a simple pasta dish with fresh tomato sauce and basil" he says. "I launched the Emporio Armani Caffé because I wanted to create the kind of place I could drop in and enjoy a well-prepared simple meal or drink".
With the same sophisticated and comfortable spirit you expect from Armani fashion collection, each EA Caffé offers an original and elegant experience in tastefully conceived surroundings. Whether your appetite is for Chianti and Risotto, or Espresso and Tiramisu, a select menu of light, authentic italian cuisine awaits for you...
After 22 years with Club 21, in 2012 Mr. Armani decide to take back its UK based Emporio Armani and Giorgio Armani outlets including the EA Caffé. Today the restaurant is runned by the UK retail branch of the powerful holding which the only shareholder is still Mr. Giorgio Armani.

The E.A. Caffé of London is located in one the richest area of the capital city, Knightsbridge, at 189 brompton road (SW3 1NE). Opening times: Tueasday to Sunday form 10 a.m. to 6 p.m.
For reservations or private functions please contact Daniele at 0044 (0) 2075844549 or send an e-mail at: armani.caffe.london@giorgioarmani.co.uk

These are the E.A. Caffé worldwide:
Athens (Greece); Istanbul and Bodrum (Turkey); Dubai "Mall of Emirates" and "Dubai Mall" (UAE); Moscow and Ekaterinburg (Russia); London (UK); Milan (Italy); Munich (Germany); Paris (France); Santiago (Chile); San Paulo (Brazil).

mercoledì 6 gennaio 2010

DISCOVER ITALIAN CULTURE... IN LONDON


The Italian Cultural Institute (39, Belgrave Square) is the official Italian Government centre for the promotion of culture, offering a wide choice of Italian language classes on all levels, conducted by university-qualified teachers and native speakers. They provide training in all basic communication skills, listening, speaking, reading and writing with a systematic study of grammar.
Free membership of the Institute means free access for you and your guests to an exciting range of cultural activities including film, plays, concerts, book and poetry readings, and exhibitions. Members can also use the library, with more than 25,000 volumes, plus periodicals and a large reference section, with internet access as well. You can also borrow videos and DVDs.
There is also the fabuloud Caffe Fellini, serving genuine italian coffee and snacks in a genuine italian sitting. For more information contact the "Istituto italiano di cultura" on 02078231887 or visit http://www.icilondon.info/