"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

lunedì 10 agosto 2009

WHITE RAJAS OF SARAWAK

Quando si sente parlare dell’isola di Borneo, si pensa subito a un’immensa isola (la quarta del mondo per superficie) equatoriale dell’oceano pacifico tra l’Australia e la Malesia situata nel sud est asiatico e divisa politicamente in tre settori. Si tratta, in effetti, di un territorio totalmente ostile all’uomo, dove il clima resta per tutto l’anno costantemente caldo umido con piogge continue e col suolo completamente ricoperto da una densa e sempreverde foresta, interrotta da grandi spazi paludosi dove le coste sono basse e piatte occupate dalle mangrovie e parte della popolazione vive ancora in tribu.
I tre grandi settori cui è suddivisa l’isola di Borneo sono: il Kalimantan, che rappresenta la più grande parte, quella situata nella parte meridionale e appartiene all’indonesia; il piccolo ma celeberrimo stato indipendente del Brunai, dove il sultano è conosciuto come uno degli uomini più ricchi del mondo grazie ad un unico pozzo petrolifero; infine nell’isola di Borneo, nella parte nordoccidentale, troviamo il Sabah e il Sarawak, due regioni ostili che appartengono allo stato della Malesia.
Un aspetto che si ignora molto è la singolare storia che ha portato al regno in quest’isola pacifica e inospitale un certo sir James Brooke. Questo distinto signore inglese, funzionario ai servizi della Compagnia inglese delle Indie Orientali, nel 1840 trovandosi a navigare attorno le coste dell’isola di Borneo, aiutò lo zio del sultano del Brunai, a reprimere una rivolta di indigena scoppiata sull’isola e venne ricompensato con la concessione della vasta e inospitale regione del Sarawak e nel 1842 viene nominato Raja, ovvero governatore. Con il raja James Brooke comincia un periodo di grande prosperità per il neo stato indipendente del Sarawak, infatti codesto governatore comincia a organizzare lo stato riformando l’amministrazione del territorio, civilizzando gli indigeni, reprimendo la pirateria che infestava le coste e i fiumi interni, riuscendo, con un piccolo ma organizzato esercito, nel 1857 anche a reprimere la sollevazione dei cinesi che invasero la capitale del Sarawak, Kuching, col tentativo di conquistare quella fetta di isola che da tempo reclamavano.
Sir James Brooke regna nello stato del Sarawak fino al 1868, anno in cui gli succede al trono come raja il nipote Charles Johnson Brooke, che a sua volta riesce a dominare le minacce dei capi delle tribu ribelli, che anch’essi reclamavano quella fetta di isola, e mettendo il territorio sotto protezione dell’Inghilterra. Alla morte del raja Charles Brooke, succede al trono, nel 1917, il figlio Charles Vyner, ed è con quest’ultimo re britannico che si conclude la dinastia dei raja bianchi di Sarawak, conosciuta come l’epoca più fasta e importante della storia del Sarawak
Alla fine della seconda guerra mondiale una grande rivolta civile, a causa delle numerose e variegate entie di popolazioni che vi si stanziavano, scoppia all’interno del territorio, che il raja al potere, Charles Vyner Brooke, non riesce a reprimere ed è costretto a lasciare il trono rifugiandosi in Nuova Zelanda. Il territorio diventa colonia inglese a tutti gli effetti e nel 1963, ottiene l’indipendenza si raggruppa alla federazione di stati della Malesia.
La popolazione di questo territorio resta tutt’oggi molto variegata, vi si trovano molteplici colonie come i cinesi che costituiscono la classe degli artigiani e degli agricoltori, i malesi quella dei boscaioli e pescatori e gli indiani che rappresentano i piccoli negozianti. Ma oltre a questi grandi gruppi, nel territorio persistono numerose tribu indigene che vivono addentrati nelle foreste come i Dayak, i Keniah, i Murut, i Kayan, i Punan o i Klemantan.
Oggi il territorio del Sarawak sta subendo una continua trasformazione, una grande multinazionale vi ha installato un centro per l’estrazione di petrolio che rappresenta, insieme ai suoi prodotti derivati, la maggiore esportazione dell’isola. Un’altra grande risorsa del territorio è data dal legno e nel paese è in corso un’opera di sfruttamento ai limiti dell’eccessivo di questo bene che potrebbe portare allo squilibrio dell’intero ecosistema se il governo malese non si decide ad attuare un’adeguata politica di salvaguardia. Oltre a questi due importanti risorse il Sarawak basa la sua economia sulla pesca, il tabacco, il cuoio e il caoutchouc.
Questa terra, lontana e selvaggia e ostile, ha da sempre ispirato numerosi autori che si sono avventurati in questo lontano angolo di mondo affascinati dalla bellezza quasi primordiale del suo paesaggio e dalla natura incontaminata che regna nel suo interno, ma anche dalla storia dei suoi governatori bianchi che hanno saputo portare il Sarawak a un livello di evoluzione sociale e di organizzazione interna che altrimenti non avrebbe mai raggiunto. Tra le maggiori opere troviamo: Un raja bianco a Borneo di Nigel Barley; I raja bianchi di Gabrielle Wittkop; I raja bianchi: La dinastia dei Brooke a Borneo di Bob Reece. Un importante autore italiano famoso per i suoi personaggi ispirati al grande James Brook e ai territori del Sarawak è Emilio Salgari, ricordato soprattutto per il ciclo dei pirati della Malesia dove ha dato vita a personaggi come Sandokan, il Corsaro Nero o Yanez da Gomera.

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