"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

giovedì 2 ottobre 2014

Bauman vs Baricco, Società Liquida e Barbari.



Il concetto di "Società Liquida" di Bauman è il risultato di un processo basato sul fatto che la società contemporanea si è evoluta tanto, a dir vero troppo, innescando un percorso a ritroso che non sta facendo altro che far ritrovare le sue origine barbariche da cui proviene, in quanto le stiuazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che queste si consolidano in abitudini e si conservano per lungo tempo. Tra gli esiti di questo mutamento si annota l'aver assimilato incosciamente la cultura del fare a meno di strutture forti, legami duraturi, progetti a lungo termine, desideri e speranze, affinando sentimenti di diffidenza ed egoismo nei confronti del prossimo. Chi si fida più di ciò che i giornalisti scrivono, gli scienziati affermano, i medici diagnosticano e prescrivono, i politici promettono? Tutto oggi sta diventando liquido, instabile, abbiamo inglobato il concetto capitalistico di "usa e getta" anche nelle questioni amorose, nei legami, sentimenti, amicizie, patti e impegni. L'essere umano è diventato refrattario al concetto di "lungo termine", rinchiudendosi via via dentro una bolla di egoismo, di comandite cronica che non accetta consigli e linee guida da chi è più saggio, preoccupato principalmente dal benessere individuale, dal piacere immediato che una cosa o relazione potesse provocargli, alla perenne ricerca di scuse e giustificazioni per non esserci mai quando gli altri ne hanno bisogno. 
Stiamo vivendo un vero e proprio declino della società dei valori, dove rispetto, onestà e umiltà diventano doti sempre più rare da trovare nella gente, in un mondo dove il divario tra ricchi e poveri si fa sempre più evidente e spietato; siamo diventati privi di certezze, perennemente infelici, insoddisfatti della vita, sempre alla ricerca della perfezione, schiavi della paura di perdere il proprio posto di lavoro e quindi di conseguenza essere tagliati fuori dai piaceri materiali dell'esistenza. Stiamo diventando una società basata sulla paura dell'osare, che si nasconde dietro lo schermo di un computer per portare avanti l'ideologia dell'amichevole distanza; schiavi dei motori di ricerca sul web, lentamente stiamo perdendo la volontà di approfondire qualsiasi argomento, soppiantando gli antiquati volumi delle classiche enciclopedie, azzerando le nostre facoltà di pensiero. Ci stiamo ancora a chiedere se un oggetto millenario come il libro possa un giorno estinguersi, soppiantato da apparecchi tecnologici, siti web e blog, troppo annoiati dal seguire un flusso ampio di parole e punteggiature, preferendo il linguaggio audiovisivo, più immediato e diretto, quindi più adatto ad accompagnarci verso un continuo viaggio a ritroso che sta portando un vero e proprio imbarbarimento della società contemporanea, diretti verso lo smantellamento di tutta quella cultura, classe e stile che si sono accumulati da secoli e secoli di civiltà portando alla vita delle vere e proprie scimmie tecnologiche, barbari predatori dei doni del creato, perché come afferma Baricco il "barbaro" non è colui che perde l'anima per caso, semplicemente ne sta cercando di farne a meno.
In un presente già di suo corrotto e povero, dove l'autorità paterna e quella degli insegnanti, così come tutto il sistema scuola, sta perdendo ogni credibilità, dovremmo tornare indietro per riprendere il giusto binario dell'evoluzione, ritornare ognuno a riprendersi il proprio posto di paladino del buongusto e della propaganda della lettura, della cultura e dell'approfondimento. La società contemporanea ha in mano potenti strumenti che riescono ad avere il monopolio sulle decisioni di popoli interi, semplicemente basterebbe riflettere un po', fermarsi a pensare su come indirizzare il potere di tutto questo flusso illimitato di propaganda verso quei valori che si sono persi, perché la vera virtù dei forti non è la pazienza, ma la misura.
 

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