"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

martedì 7 agosto 2012

Self-publishing e il suo gap

Parole come self-publishing e print on demand sono sempre più ricorrenti nel panorama editoriale internazionale. Basti pensare che negli ultimi anni, con il costante aumento nella nascita di siti di auto-pubblicazione di libri in formato elettronico e non, il mercato dell'editoria indipendente sta assumendo proporzioni non indifferenti continuando ad acquisire sempre più quote di mercato. Sia che per passione, semplice curiosità e divertimento, o proprio come voglia di farsi scoprire dal grande pubblico, l'auto-pubblicazione è senza dubbio il metodo più democratico per mettere sul mercato libri che si guadagnano delle opportunità per essere scoperti dove altrimenti rimarrebbero persi nell'oceano dell'editoria tradizionale.
Ma una cosa ancora non mi è chiara, ovvero il gradino che c'è da superare nel far sì  che effettivamente alle opere auto-pubblicate sia data l'occasione di mettersi in mostra in riviste e periodici cartacei e online. Spulciare nei siti di auto-pubblicazione richiede molta pazienza e il pubblico esige delle critiche e opinioni certe e reali sui libri provenienti dall'editoria fai da te. E su questo siamo ancora molto indietro. Bisognerebbe cominciare a fare come in Inghilterra dove  in alcuni periodici molto diffusi, periodicamente vengono pubblicate recensioni di libri auto-pubblicati di autori sconosciuti. È questa una via da adottare e che mi sento di suggerire. L'altra e sempre valida è quella di non smettere mai di leggere per far aumentare le probabilità di incontrare qualche bella sorpresa.

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