"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

venerdì 6 novembre 2009

Looking for translators


Hello everybody,

I'm still looking for a english publisher to translate my novel "The guy with a strange karma". Before that I need a translator, somebody who can help me translating this novel and later, find a publisher.

I'm waiting for interested people. You can contact me at this mail address: danielecheri@gmail.com

Enjoy reading this blog...

Daniele

giovedì 22 ottobre 2009

Intervista a Giacomo La Franca per «Il settimanale di Bagheria»


Pietre Cadute (310 pagine, 15 euro, Eclissi Editrice) è il romanzo d’esordio di Giacomo La Franca, originario di Realmonte, in provinvia d’Agrigento, ma residente a Milano da diversi anni. Il romanzo si snoda contrapponendo la vita del protagonista, ora durante i ribelli anni universitari, ora da sposato con moglie e figlia al carico e impiegato in un grande azienda del marketing a Milano. Quella di La Franca è una storia intensa, carica di emozioni e riflessioni, resa leggera e scorrevole da un linguaggio ironico e da dialoghi aperti, dove l’incertezza del protagonista, Paolo, per il futuro, ci rivelano piccole sorprese e continue fughe, con l’obiettivo di riportare indietro una parte di sé perduta nel tempo e nella quotidianità, che sembra essere l’unico vero giudice di vita.
L’autore siciliano, davanti una tazza fumante di caffè in un bar di Milano, mi ha concesso l’onore di poter porgli delle domande e scambiare così pareri e timori di un’arte, quella della scrittura, in continua evoluzione e che subisce i ritmi frenetici della nostra era, ma che non smette di perdere il suo fascino e soprattutto non smette di rilasciare emozioni agli appassionati.


Come nasce una storia? Viene fuori prima il titolo che ispira la storia o nasce prima l’idea del racconto?
Il materiale “grezzo” di una storia, nasce sempre dal tuo vissuto, da ciò che vedi e che hai sentito. Poi è la fantasia il vero artigiano che affina, elabora e costruisce un racconto, nel mio caso un romanzo.
Sicuramente nasce prima l’idea del racconto, il titolo è accessorio, “Pietre cadute” si è chiamato per due anni “Barcellona” ed è stato un mio amico a farmi notare che poteva essere scambiato per una guida turistica, il che forse avrebbe contribuito alle vendite.
Chi scrive ha sempre dei piccoli riti o abitudini che segue regolarmente. Le tue quali sono, se ne hai?
Io ho fatto di necessità virtù. Avendo moglie, figlia e una cagnolina in genere scrivo di notte quando “le mie donne” dormono. Alle ventitrè circa mi faccio un caffè doppio e m’immergo nella scrittura per due, tre ore. Ovviamente la sveglia del mattino è un castigo divino.
Cosa vuoi rappresentare con il passaggio del protagonista di “Pietre cadute” da studente modello a vero rinnegato universitario?
In realtà il protagonista ha una metamorfosi molto più complessa, determinata dal fatto che non sa bene ciò che vuole e comincia a crescere dentro di lui la necessità di trovare una propria identità che è distante dalle aspettative stereotipate dei suoi genitori.
L’amicizia nel libro rappresenta un valore fondamentale, ma per La Franca cos’è veramente l’amicizia?
Sicuramente l’amicizia è una forma d’innamoramento a volte più sottile e meno cruento dell’amore per una donna, dove giocano ruoli importanti e devianti, il senso del possesso e della gelosia, molto di più che nell’amicizia.
Quando finisci di scrivere un libro sei pienamente soddisfatto o c'è sempre qualcosa che cambieresti?
Se potessi riscrivere o modificare “Pietre cadute” lo farei subito. Non si è mai soddisfatti pienamente perché quando il tuo romanzo è già nelle librerie tu intanto sei cambiato e alcune cose dentro di te sono diverse e per certi versi non coincidono più pienamente con ciò che sei dopo la pubblicazione. Per questo molti scrittori non rileggono mai i romanzi che hanno scritto.
Cosa significa essere scrittore oggi e come si fa diventarlo?
Essere uno scrittore in Italia oggi è prendere coscienza del fatto che molto difficilmente vivrai di questo lavoro e quindi se scrivi è perché ami farlo senza contropartite. Alla domanda “come diventarlo?” non so proprio rispondere, anche perché bisogna capire quando lo si diventa. Magari quando hai pubblicato con una casa editrice? Quando hai venduto un numero cospicuo di copie? Un premio letterario… non so. Forse quando uno sconosciuto/a che ti ha letto ti scrive dicendoti che gli hai regalato emozioni, sorrisi e una lacrima, ed io ho avuto la fortuna di ricevere più di una mail dai miei lettori con i ringraziamenti per le emozioni provate all’interno delle pagine di “Pietre cadute”.
Se la tua scrittura fosse accompagnata dalla musica, quale genere sarebbe?
Sarebbe sicuramente rock in tutte le sue declinazioni!
Progetti letterari in cantiere?
Sto lavorando su un noir ambientato tra il lago di Como (ad alcun scrittori ha portato fortuna questo lago) e le valli del Ticino. Spero di poterlo dare alle stampe in primavera.

mercoledì 14 ottobre 2009

THIRST a poetry of Keko Kresina


When thirst is my deprived sense
I tell of travels far from west
when you and I ate love all day
in a reality devoid of right
you smelled of blood
drinking your raw years away
I never think of you unless
thirst brings back that uncooked sense
when you asked – does the silver moon
light our path back to the west
the wisest lie I ever told you
was a promise I was being honest
I'm back to where everything sounds
and night talks don't deceive
where the sun reminds me of another
where my needs are of higher class
and the only memory of you
is thirst for your unripe lion eyes

giovedì 8 ottobre 2009

HERTA MULLER vince il Premio Nobel 2009 per la letteratura


"Con la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il panorama dei diseredati", questa è la motivazione con cui la scrittrice rumeno tedesca Herta Müller ha vinto il premio Nobel 2009 per la letteratura.

Nelle sue opere ha rappresentato gli aspetti più crudi del suo ambiente (la miseria e l'arretratezza culturale della minoranza tedesca del Banato) e della situazione politico-sociale della Romania durante gli anni bui del regime di Ceausescu, con un riferimento particolare alla disperata condizione delle donne costrette a subire oltre al giogo politico, anche il ricatto sessuale che veniva comunemente praticato all'interno delle fabbriche.

giovedì 1 ottobre 2009

Prefacio de: “El chico con un karma extraño”

He leído muy cuidadosamente una nueva novela de Daniele D’Agostino, un joven escritor siciliano, que sabe como mezclar ficción y realidad.
Alberto es el nombre del protagonista de “El chico con un karma extraño”: es un joven chico siciliano que desconforme con su vida y con no muy buena relación con su familia y amigos, decide mudarse desde su isla a Milán, donde un viejo amigo suyo, le acoge. Pero la ciudad no es el cielo que Alberto esperaba encontrar, porque ofrece mucho entretenimiento y Milo ha cambiado, pero su amistad con Alberto todavía permanece sincera.
Alberto cae en una crisis existencial, intentando luchar contra la vida. Patrizia, una chica que conoció una noche por casualidad, decide llamarle “chico karma”, porque se ella se da cuenta que cada cosa que él hace o cada comportamiento que tiene no viene marcado por su destino. Alberto es listo, sabe diferenciar el bien del mal, y sufre por los amigos que están pasando malos momentos en sus vidas.
Esta novela es una mezcla de acontecimientos, sufrimientos, incertidumbres y violencia, situada en una ciudad donde el protagonista no da demasiada importancia a tomar decisiones sobre su vida futura, está distraído por el complicado universo femenino compuesto por Patrizia, Federica y Lara.
La lectura de esta novela es muy interesante y emocionante porque el escritor sabe como involucrar a los lectores con un estilo fácil, utilizando muchas palabras de la jerga juvenil. Alberto también quiere borrar su pasado, pero retorna pronto: su nombre es Lara. Ella es su mejor amiga de siempre que vive en Milán, y juntos intentan encontrar la felicidad en algún sitio.
Esta novela, al igual que la anterior llamada “Espíritu libre” nos enseña las pequeñas partes del escritor, que piensa que viajar es necesario para el alma, pero también la amistad, felicidad, solidaridad y el amor a los amigos. Todas estas cosas son esenciales para D’Agostino, porque le dan la inspiración para su escritura, y tiene que ser considerado como una gran herencia para todos nosotros.

(prefacio realizada por Giucar Marcone)
(traduccion realizada por Ines Martinez Albes)

martedì 22 settembre 2009

PREFACE de "L’homme à l’étrange karma"


J’ai lu attentivement une nouvelle écrite par Daniele D’Agostino, un jeune écrivain sicilien, qui arrive à mêler fiction et réalité avec talent.
Alberto, le protagoniste de “L’homme à l’étrange karma”, est un jeune garçon sicilien, qui, déçu par la vie universitaire, par la relation compliquée qu’il entretient avec ses parents, une vie quotidienne dans laquelle il se sent végéter, décide un beau jour de tout quitter, d’abandonner son ile pour trouver de nouvelles stimulations et d’aller à Milan, où son ami Milo lui offrira l’hospitalité.
Mais la métropole lombarde n’est pas le Paradis qu’Alberto imaginait, elle n’est pas fait pour lui qui au fond reste un garçon du Sud. Milan offre tant de distractions, presque trop. Milo a changé, même si son amitié pour Alberto reste sincère.
Le jeu de la vie s’amuse à embrouiller chaque situation. Alberto est au bord d’une crise existentielle, il essaie de se défendre, de ne pas sombrer dans les sables mouvants de la dépression.
Patrizia le surnomme le garçon du Karma parce que chez lui chaque action est la conséquence d’autres actions et rien n’est dû au hasard.
Alberto est un garçon à l’intelligence vive, il sait faire la différence entre le bien et le mal, il ne cède pas au vice, il souffre pour ses amis qui traversent de sombres périodes dans leur vie, pas seulement celles de l’esprit.
Bien qu’il la fréquente, la banlieue avec ses établissement n’est pas faite pour lui.
"Le garçon à l’étrange Karma" est un kaléidoscope d’événements, de souffrances, d’incertitudes, de violence.
A Milan, Alberto n’arrive pas à atteindre la sérénité nécessaire pour prendre des décisions importantes concernant son futur.
L’univers féminin, représenté par Patrizia, Federica et Lara, joue un rôle important tout au long de l’histoire racontée dans ce livre.
La lecture de ce récit est passionnante, pleine de rebondissements inattendus. D’Agostino sait comment impliquer le lecteur : il arrive à l’emporter dans l’engrenage du roman avec un langage simple et précis, n’hésitant pas à utiliser des termes aujourd’hui très à la mode chez les jeunes.
Nouvel Ulysse, Alberto tente de trouver ailleurs son présent et son futur. Mais le passé doit-il vraiment être complètement oublié ? Et voilà qu’il refait surface en la personne de Lara qui le rejoint à Milan, dévouée et sincère, comme toujours.
Non, Milan n’est pas faite pour lui qui aime par-dessus tout la sérénité de l’esprit. Il se remet alors en route, avec Lara cette fois, jusqu’à Bologne, une nouvelle étape de sa vie dans la recherche du rêve utopique d’un bonheur qui ne peut être atteint sans la sérénité intérieure.
Cette œuvre, comme la précédente intitulée “Esprìt libre” contient des détails autobiographiques sur l’auteur, qui considère que le voyage est une nécessité de l’âme. L’amitié, la solidarité, l’amour pour l’autre moitié du ciel sont, avec le voyage, les sources dans lesquelles Daniele D’Agostino puise son inspiration pour écrire ses récits et romans qui, justement parce qu’ils sont inspirés par la vie, deviennent un patrimoine pour nous tous.

(préface originale de Giucar Marcone)

(traduction par Elodie Vandelle)

mercoledì 16 settembre 2009

PREFACE of "The guy with a strange karma"

I’ve read very carefully a new novel by Daniele D’Agostino, a young Sicilian writer, who knows how to mix fiction and reality.
Alberto is the name of the protagonist of “The guy with a strange karma”: he is a young Sicilian guy, who, disappointed by his life and a not very good relationship with parents and friends, suddenly decides to move from his island to go to Milan, where an old friend of his, Milo, gives him hospitality. But the city is not the Heaven that Alberto wanted to achieve, because it offers too much entertainment and Milo has changed, but his friendship with Alberto still remains sincere.
Alberto is falling down into an existential crisis, trying to fight against life. Patrizia, a girl occasionally met a night, decides to call him “karma guy”, because she realizes that every action he does or every behavior he has don't come by the fate. Alberto is smart, he knows how to make difference between good and evil, and he suffers for friends who are going through very bad moments in their lives.
This novel is a mix of events, sufferings, uncertainties and violence, taking place in a city where the protagonist is not very calm to take important decisions about his future life, he is distracted by a complicated female universe made up of Patrizia, Federica and Lara.
The reading of this novel is very interesting and thrill because the writer knows how to involve the readers with a very easy style, using many words coming from the universe of youth. Alberto also wants to delete his past, but it comes back so soon: its name is Lara. She’s his old best friend who arrives in Milan, and together they try to find happiness somewhere else.
This novel, like the past one called “Esprit libre”, shows us a small part of the writer, who thinks that travelling is a necessity of the soul, but also friendship, happiness, solidarity and love for friends. All these things are essential for D’Agostino, because they give him inspiration for his writing, and this must be considered such a great heritage for all of us.

(prefazione italiana del giornalista Giucar Marcone)
(traduzione a cura della dott.ssa Imma Sciplini)

mercoledì 9 settembre 2009

INSIDE-ART: un’occasione unica per i giovani artisti misilmeresi


L’11-12-13 e il 18-19-20 settembre, presso il Cortile Grimaldi di Misilmeri, nell’ambito del QuartierArte, avrà luogo l’evento Inside-Art, una manifestazione artistica che si pone l’obiettivo principale di proporsi come uno spazio creativo immersivo, dove l’espressione artistica diventa strumento di condivisione con il pubblico, annientando le distanze tra il creativo e il fruitore attraverso installazioni e performance senza dubbio singolari.
Sotto la direzione organizzativa della ButterflyforUniversity e la direzione artistica di Marianna Ippolito si alterneranno per questi due week-end di fine estate i lavori di: Barbara La Lia, con la sua Veglia a Modigliani, installazione e performance dedicata ai geni creativi consacrati solo al momento della morte di cui Modigliani ne è un esempio emblematico; Roberto Garofano, con Omaggio all’Action Painting, performance interattiva continua in cui i visitatori realizzeranno un’opera d’arte collettiva attraverso i loro gesti istintivi; Rosario Romano, con 11-09-’01 Allarme Terrorismo, installazione ispirata alla devastazione fisico-psicologica degli attacchi terroristici che hanno stravolto il nostro approccio verso mondo; Massimo Bonanno e Francesco 30Coste, con Creazione Illuminante, performance dedicata al momento della “creazione” dell’opera d’arte, tutta giocata sugli effetti illusionistici dei colori fluorescenti; Francesca Catania, con Anima dell’Inanimato, installazione che rappresenta l’affermazione dell’oggetto di moda come oggetto d’arte con una propria anima e non esclusivamente come oggetto di tendenza, la stilista inoltre creerà un’abito in estempoanea; Giusto Sucato, con Il Pilastro della Memoria, installazione che attraverso l’uso di materiali costruttivi del passato rappresenta la storia come identità collettiva di un popolo. Poi ancora Massimo Bonanno con Viaggio, installazione inno all’avventuroso percorso della vita segnato da due fasi imprescindibili: la Nascita e la Morte. Di nuovo Francesco 30Coste, con Cemento…E basta, installazione dove la morte della creatività viene figurata attraverso l’utilizzo di oggetti murati, in pieno stile mafioso.

Durante i due week-end inoltre si succederanno performance musicali offerte da gruppi emergenti locali che, con spirito di solidarietà e condivisione, hanno sposato questo progetto omaggiando sei serate musicali molto diverse tra loro per andare incontro a gusti differenti dell’intera comunità.
Marianna Ippoolito, ideatrice della manifestazione, sostiene che questo evento deve in un certo senso scuotere l’opinione pubblica e della pubblica amministrazione misilmerese e non solo, perché solo dando la possibilità ai giovani artisti locali di esporre le proprie idee attraverso le loro opere, si può in un certo senso limitare l’esodo di codesti artisti verso mete e luoghi più “liberi” e “aperti” dove possono esporre le proprie opere con molta più facilità. Con questa rassegna, l’aridità artistica che da anni caratterizza il paese di Misilmeri e tutti i paesi del comprensorio, viene messa in totale discussione. Questa carenza è ovviamente dovuta alla mancanza di spazi espositivi permamenti e di progetti di manifestazioni inerenti l’arte, quindi gli artisti di Inside-Art, tenteranno di sensibilizzare i cittadini, stimolandoli, coinvolgendoli e lasciandoli che essi entrino all’interno dei percorsi creativi di ciascuno di loro.

mercoledì 2 settembre 2009

News from London...

La mia esperienza londinese continua... Sono sempre alla ricerca di un editore inglese che si decida a tradurmi il romanzo "Il ragazzo dallo strano karma" anche se la strada da fare è davvero lungo e tortuosa...
Sempre qui a Londra, sto trovando quel connubio indispensabile per me, composto da creatività e serenità, che mi sta permettendo di continuare la stesura del nuovo romanzo che si chiama "Gita d'oltralpe". Si tratta di un viaggio che da Palermo lo spingerà fino a Parigi, dove il protagonista va alla ricerca di un vecchio amore che credeva perso per sempre. Nel contempo però, starà trascorrendo delle giornate da almanacco dei grandi ricordi con i suoi fedeli amici, tra le insidiose ma estasianti strade della capitale francese.
Sono lieto di annunciarvi che ho preso la decisione di rendere pubblico su questo blog, le prime pagine del libro, e perché no, se ci sarà un ottimo riscontro di letture, continuare a inserire, periodocamente, le pagine di "Gita d'oltralpe".
Per il momento continuo la stesura del testo e nel contempo "subisco", con molta intensità l'esperienza e la mentalità londinesi, molto importanti per una corretta e "aperta" crescita del mio spirito creativo, che in questa città, come già detto, sta trovando nuova linfa vitale.
Resto sempre alle ricerca di traduttori e chi vuole aiutarmi a tradurre e trovare editori stranieri e quindi pubblicare i miei libri all'estero...
A presto aficiodanos...

lunedì 10 agosto 2009

WHITE RAJAS OF SARAWAK

Quando si sente parlare dell’isola di Borneo, si pensa subito a un’immensa isola (la quarta del mondo per superficie) equatoriale dell’oceano pacifico tra l’Australia e la Malesia situata nel sud est asiatico e divisa politicamente in tre settori. Si tratta, in effetti, di un territorio totalmente ostile all’uomo, dove il clima resta per tutto l’anno costantemente caldo umido con piogge continue e col suolo completamente ricoperto da una densa e sempreverde foresta, interrotta da grandi spazi paludosi dove le coste sono basse e piatte occupate dalle mangrovie e parte della popolazione vive ancora in tribu.
I tre grandi settori cui è suddivisa l’isola di Borneo sono: il Kalimantan, che rappresenta la più grande parte, quella situata nella parte meridionale e appartiene all’indonesia; il piccolo ma celeberrimo stato indipendente del Brunai, dove il sultano è conosciuto come uno degli uomini più ricchi del mondo grazie ad un unico pozzo petrolifero; infine nell’isola di Borneo, nella parte nordoccidentale, troviamo il Sabah e il Sarawak, due regioni ostili che appartengono allo stato della Malesia.
Un aspetto che si ignora molto è la singolare storia che ha portato al regno in quest’isola pacifica e inospitale un certo sir James Brooke. Questo distinto signore inglese, funzionario ai servizi della Compagnia inglese delle Indie Orientali, nel 1840 trovandosi a navigare attorno le coste dell’isola di Borneo, aiutò lo zio del sultano del Brunai, a reprimere una rivolta di indigena scoppiata sull’isola e venne ricompensato con la concessione della vasta e inospitale regione del Sarawak e nel 1842 viene nominato Raja, ovvero governatore. Con il raja James Brooke comincia un periodo di grande prosperità per il neo stato indipendente del Sarawak, infatti codesto governatore comincia a organizzare lo stato riformando l’amministrazione del territorio, civilizzando gli indigeni, reprimendo la pirateria che infestava le coste e i fiumi interni, riuscendo, con un piccolo ma organizzato esercito, nel 1857 anche a reprimere la sollevazione dei cinesi che invasero la capitale del Sarawak, Kuching, col tentativo di conquistare quella fetta di isola che da tempo reclamavano.
Sir James Brooke regna nello stato del Sarawak fino al 1868, anno in cui gli succede al trono come raja il nipote Charles Johnson Brooke, che a sua volta riesce a dominare le minacce dei capi delle tribu ribelli, che anch’essi reclamavano quella fetta di isola, e mettendo il territorio sotto protezione dell’Inghilterra. Alla morte del raja Charles Brooke, succede al trono, nel 1917, il figlio Charles Vyner, ed è con quest’ultimo re britannico che si conclude la dinastia dei raja bianchi di Sarawak, conosciuta come l’epoca più fasta e importante della storia del Sarawak
Alla fine della seconda guerra mondiale una grande rivolta civile, a causa delle numerose e variegate entie di popolazioni che vi si stanziavano, scoppia all’interno del territorio, che il raja al potere, Charles Vyner Brooke, non riesce a reprimere ed è costretto a lasciare il trono rifugiandosi in Nuova Zelanda. Il territorio diventa colonia inglese a tutti gli effetti e nel 1963, ottiene l’indipendenza si raggruppa alla federazione di stati della Malesia.
La popolazione di questo territorio resta tutt’oggi molto variegata, vi si trovano molteplici colonie come i cinesi che costituiscono la classe degli artigiani e degli agricoltori, i malesi quella dei boscaioli e pescatori e gli indiani che rappresentano i piccoli negozianti. Ma oltre a questi grandi gruppi, nel territorio persistono numerose tribu indigene che vivono addentrati nelle foreste come i Dayak, i Keniah, i Murut, i Kayan, i Punan o i Klemantan.
Oggi il territorio del Sarawak sta subendo una continua trasformazione, una grande multinazionale vi ha installato un centro per l’estrazione di petrolio che rappresenta, insieme ai suoi prodotti derivati, la maggiore esportazione dell’isola. Un’altra grande risorsa del territorio è data dal legno e nel paese è in corso un’opera di sfruttamento ai limiti dell’eccessivo di questo bene che potrebbe portare allo squilibrio dell’intero ecosistema se il governo malese non si decide ad attuare un’adeguata politica di salvaguardia. Oltre a questi due importanti risorse il Sarawak basa la sua economia sulla pesca, il tabacco, il cuoio e il caoutchouc.
Questa terra, lontana e selvaggia e ostile, ha da sempre ispirato numerosi autori che si sono avventurati in questo lontano angolo di mondo affascinati dalla bellezza quasi primordiale del suo paesaggio e dalla natura incontaminata che regna nel suo interno, ma anche dalla storia dei suoi governatori bianchi che hanno saputo portare il Sarawak a un livello di evoluzione sociale e di organizzazione interna che altrimenti non avrebbe mai raggiunto. Tra le maggiori opere troviamo: Un raja bianco a Borneo di Nigel Barley; I raja bianchi di Gabrielle Wittkop; I raja bianchi: La dinastia dei Brooke a Borneo di Bob Reece. Un importante autore italiano famoso per i suoi personaggi ispirati al grande James Brook e ai territori del Sarawak è Emilio Salgari, ricordato soprattutto per il ciclo dei pirati della Malesia dove ha dato vita a personaggi come Sandokan, il Corsaro Nero o Yanez da Gomera.