"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

domenica 17 maggio 2009

Quando il dovere di giornalista...Uccide


Mi ha fatto molto riflettere la notizia del recente bruto assassinio, il 30 marzo del corrente anno per l’esattezza, di un giornalista russo, che stava lavorando a un’inchiesta sui brogli delle elezioni che si sono tenute il primo marzo a Khimki, un sobborgo a nord alle porte di Mosca. Il giornalista, Sergei Protazanov, lavorava per un piccolo giornale locale di opposizione ed era invalido e di conseguenza è stato incapace di rispondere all’aggressione subita che lo ha portato alla morte.
Nel mese di novembre del 2008, un altro giornalista di opposizione dello stesso sobborgo è stato aggredito e ricoverato con ferite e fratture. In seguito all’omicidio di Protazanov, il piccolo gionale per cui lavorava, il Grazhdanskoe Soglasie (che in italiano significa “Consenso civile”), ha sospeso le sue pubblicazioni, si tratta di uno dei tre giornali locali di opposizione, che stanno chiudendo in seguito a una raffica di aggressioni ai propri reporter che in fondo fanno il proprio dovere.
In concomitanza a queste ultime aggressioni in Russia, in Italia nelle sale di cinema è uscito l’atteso film Fortpàsc del regista Marco Risi, interpretato da Libero de Rienzo nel ruolo di Giancarlo Siani, il giovane reporter napoletano de Il mattino, che indagava su alcuni boss della camorra scrivendo pagine molto forti e cariche di accuse nei confronti dei malavitosi di Torre Annunziata che decisero di farlo fuori perché troppo pericoloso. E proprio a Giancarlo Siani è stata dedicata le terza edizione del Festival internazionale del giornalismo che si è tenuto il mese scorso a Perugia, dal 1 al 5 Aprile, in onore del suo impegno contro la criminalità roganizzata che gli è costata la vita ma che ha lasciato un valido esempio di coraggio professionale alle giovani leve, come il sottoscritto per esempio, che si stanno affacciando per la prima volta a questo mondo.

1 commento:

  1. E perchè non ricordare anche Anna Politkovskaia, uccisa perchè si opponeva alla guerra in Cecenia? E' sempre più un raro pregio avere il coraggio di dire la verità!

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