"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

lunedì 25 maggio 2009

Uno sguardo clandestino da Palermo



Si è conclusa la settimana scorsa, precisamente da venerdì 8 a domenica 10 Maggio, la tre giorni della prima edizione del Cinesicilia filmfestival svoltasi nei locali delle ex officine Ducrot trasformatisi negli odierni Cantieri culturali della Zisa situati in via Paolo Gili 4 a Palermo, un concorso per cortometraggi e esceneggiature aperto alle scuole medie, superiori, ma anche ai registi indipendenti. Questa prima edizione come tema portante ha avuto Lo sguardo clandestino, ovvero il rapporto che i giovani e l’arte cinematografica hanno con una problematica sociale dei nostri giorni che negli ultimi anni ha diviso l’opinione pubblica, ovvero l’immigrazione, ma anche alla convivenza tra i popoli, agli sguardi trasversali sulla società e sul mondo dando largo alla mutliculturalità in ogni suo aspetto più nascosto.
Il festival diretto dal giovane regista Luciano Accomando, organizzato da Cinesicilia (la nuova società della Regione siciliana nata per promuovere l’industria audiovisiva nell’isola), ha visto alternarsi tutta una serie di corti e sceneggiature provenienti da tutto il territorio nazionale, ma anche diversi incontri tra registi, operatori cinematografici, attori e intellettuali, incentrati sui temi dei nuovi linguaggi audiovisivi, delle comunità straniere in Italia e sulla loro integrazione con la nostra società, della «differenza» come spunto di ispirazione e di arricchimento, il tutto canalizzato sull’obiettivo di dare la possibilità ai giovani di mettere in mostra le loro idee per farli crescere e soprattutto dare loro la possibilità di riflettere sugli argomenti trattati. Non per ultimo dare a questi giovani artisti, la possibilità di vincere premi in denaro da reinvestire in attrezzature cinematografiche per creare altre opere.
Più di cinquanta opere sono state presentate alla giuria composta da Pasquale Scimeca (regista e produttore indipendente), Padre Vincenzo Sibilio (rettore del Centro Educativo Ignaziano di Palermo), Giuseppe Bisso (amministratore unico di Cinico Cinema), Marcello Foti (direttore generale del Centro sperimentale di Cinematografia), Antonio La Spina (professore ordinario di sociologia presso la facoltà di scienze della formazione dell’Università di Palermo). Di queste cinquanta opere solo venti sono state scelte dalla giuria che a sua volta ne ha scelto otto per la finale che ha visto vincitori: per la sezione scuole medie inferiori in ex equo i corti «Dipende da te» prodotto dall’istututo comprensivo statale Giovanni Falcone di Copertino (Puglia) diretto da Marc Van Put e «La mano di Nicola» prodotto dalla scuola media statale Silvio Boccone di Palermo diretto da Giuseppe Paternò. Per la sezione scuole medie superiori ha vinto «We are here» prodotto dal liceo artistico Damiani Almeyda di Palermo con la regia di Martina Morgana, che ha prevalso su «La collana di Dafè» prodotto dall’I.T.C. Libero Grassi di Palermo. Per la sezione registi indipendenti under 25 ha vinto il corto «Pensieri nascosti» di Emanuele Pisano che ha prevalso sul corto «No words, only paper» di Massimiliano Russo. Per la sezione registi indipendenti over 25, e quindi quella più prestigiosa di tutta la rassegna, ha vinto il concorso il cortometraggio «Asade» di Daniele Balboni, una favola sull’amore, sull’integrazione e sulla libertà, interpretata dalla promettente attrice iraniana Shideh Kish, che ha prevalso su «Erytros» girato con i rifugiati politici del Centro Baobab di Roma e firmato dal messinese Francesco Cannavà. Per la sezione migliore sceneggiatura rivolta agli studenti universitari ha vinto il corto «Sivvuplè, Una favola afrosiciliana» di Sebastiano Melloni. Un riconoscimento speciale è andato al corto «Il pranzo della domenica» prodotto dal liceo classico Francesco Maurolico di Messina, una commedia divertente che ha saputo toccare e affrontare con delicatezza i temi sul razzismo e sull’integrazione.
Come afferma vivamente Sergio Gelardi, presidente di Cinesicilia: «Si è trattato di una prima edizione più che lusinghiera, caratterizzata dalla presenza di lavori di grandi spessori, dove i ragazzi hanno presentato opere di grande qualità sapendo sfruttare al meglio le nuove tecnologie unite a idee interessanti sull’interculturalità, cui si mostrano molto attenti». Il presidente, nella serata di chiusura, caratterizzata da una massiccia affluenza di gente, ha poi continuato: «Una prima edizione che vuole essere un biglietto da visita per gli anni futuri dove Cinesicilia conta divenire un appuntamento fisso nel panorama culturale siciliano, mettedo in mostra anche i Cantieri Culturali della Zisa, location sperimentale e naturale per fare cinema».
Il direttore artistico del festival, Lucio Accomando afferma vivamente: «Spero che la nostra amata città, definita da Sciascia un caos bellissimo, per la sua vocazione mutliculturale, possa assorbire dal Festival il meglio dell’atmosfera creata dai giovani partecipanti composta da internazionalità, tolleranza e integrazione».
Tra gli ospiti di rilievo hanno partecipato i registi Rocco Mortelliti, Giuseppe Tunino e Roberta Torre che ha sottolineato il fatto che: «l’Isola da sempre è stata uno straordinario e naturale set scelto da registi di tutto il mondo per i suoi paesaggi e per la sua luce». Madrina d’eccezione è stata l’attrice catanese Donatella Finocchiaro che ha sottolineato come sia difficile per i giovani intraprendere la carriera d’artista in un settore molto instabile, estremamente dinamico e in continua evoluzione. La stessa attrice ha sottolineato che però, con un pizzico di autostima e consapevolezza nel riconoscere il proprio talento, non bisogna mai demordere se si crede veramente in qualcosa.
Moderatrice della serata conclusiva della kermesse è stata la giornalista RAI, Tiziana Martorana, che ha all’uditorio ha presentato i vari finalisti e gli ospiti, prima di dare spazio all’ultima pellicola, ovvero il film « La classe» di Laurent Cantet, film cult in Francia perché ha saputo mettere in luce quelle che sono le difficoltà d’inserimento dei giovani stranieri in terra occidentale.
Appuntamento adesso al prossimo anno dove gli organizzatori «temono» e si augurano nel contempo, che i lavori presentati saranno non cinquanta, ma duecento.

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