Lo scorso sabato 20 Giugno la monumentale coreografia della Scicli tardo barocca di via Mormino Penna ha ospitato, grazie all’iniziativa della libreria Saltatempo di Ragusa e della galleria d’arte Koinè di Scicli, la presentazione letteraria del secondo romanzo di Daniele D’Agostino, “Il ragazzo dallo strano karma” (2009, Edizioni Del Poggio, 260 pagine, 12,50 euro).
La scenografia dell’incontro si presentava molto suggestiva e, adagiate sopra un cavalletto, varie copie del libro hanno simboleggiato l’affascinante mistione di arte e letteratura. L’opera è stata ampliamente e genialmente introdotta e commentata dal professore Giuseppe Pitrolo che ne ha esaltato i contenuti tematici e stilistici. L’evento ha suscitato parecchio interesse in un pubblico entusiasta dell’interattività dell’incontro. L’autore, nella sobria immediatezza del suo stile, ha risposto ai molteplici quesiti posti dal relatore, realizzando una briosa alternanza di riflessioni d’alta cultura a momenti di spensierata ironia.
I topoi del romanzo ruotano tutti attorno al principale motivo della fuga come evasione da una condizione di faticoso esistenzialismo. La storia è fondamentalmente quella di un giovane universitario, Alberto, soffocato dal senso di inettitudine e di alienazione nei confronti della sua Palermo, che sembra non offrirgli più gli stimoli e le garanzie attesi. La direzione della fuga è Milano, nuova ambientazione di intrecci compositi, che vedranno il protagonista alle prese con un’antica amicizia che si ritrova e si rinnova, quella con Milo. Da qui si dispiegherà un variegato ventaglio di personaggi e figure impreviste che renderanno dinamicità alla narrazione. Gli eventi della trama, così come sottolineato dal professore durante l’incontro, offriranno al lettore un’amara verità: non esiste fuga da sé stessi, dalla negatività che prescinde dal tempo e dallo spazio.
Il relatore ha poi simpaticamente esaltato la presenza nel romanzo di innumerevoli espressioni giovanili, mutuate dal mondo di internet, di regionalismi, specie lombardi, stimando il linguaggio fresco e contemporaneo. Uno dei tratti dominanti della scrittura di D’Agostino è costituito dall’uso della tecnica dello straniamento, che mediante un’ironia, un sarcasmo, tipici del suo stile, permette al lettore una diversa visione di situazioni ed esperienze comuni, consuete, filtrate, però, dalla sensibilità dell’autore.
Daniele D’Agostino, entusiasta dell’accogliente successo e dello splendore artistico della Sicilia orientale, conta di ritornare in questa parte di isola il prossimo autunno per offrire nuovamente al pubblico ibleo un secondo incontro con la sua fresca letteratura.
La scenografia dell’incontro si presentava molto suggestiva e, adagiate sopra un cavalletto, varie copie del libro hanno simboleggiato l’affascinante mistione di arte e letteratura. L’opera è stata ampliamente e genialmente introdotta e commentata dal professore Giuseppe Pitrolo che ne ha esaltato i contenuti tematici e stilistici. L’evento ha suscitato parecchio interesse in un pubblico entusiasta dell’interattività dell’incontro. L’autore, nella sobria immediatezza del suo stile, ha risposto ai molteplici quesiti posti dal relatore, realizzando una briosa alternanza di riflessioni d’alta cultura a momenti di spensierata ironia.
I topoi del romanzo ruotano tutti attorno al principale motivo della fuga come evasione da una condizione di faticoso esistenzialismo. La storia è fondamentalmente quella di un giovane universitario, Alberto, soffocato dal senso di inettitudine e di alienazione nei confronti della sua Palermo, che sembra non offrirgli più gli stimoli e le garanzie attesi. La direzione della fuga è Milano, nuova ambientazione di intrecci compositi, che vedranno il protagonista alle prese con un’antica amicizia che si ritrova e si rinnova, quella con Milo. Da qui si dispiegherà un variegato ventaglio di personaggi e figure impreviste che renderanno dinamicità alla narrazione. Gli eventi della trama, così come sottolineato dal professore durante l’incontro, offriranno al lettore un’amara verità: non esiste fuga da sé stessi, dalla negatività che prescinde dal tempo e dallo spazio.
Il relatore ha poi simpaticamente esaltato la presenza nel romanzo di innumerevoli espressioni giovanili, mutuate dal mondo di internet, di regionalismi, specie lombardi, stimando il linguaggio fresco e contemporaneo. Uno dei tratti dominanti della scrittura di D’Agostino è costituito dall’uso della tecnica dello straniamento, che mediante un’ironia, un sarcasmo, tipici del suo stile, permette al lettore una diversa visione di situazioni ed esperienze comuni, consuete, filtrate, però, dalla sensibilità dell’autore.
Daniele D’Agostino, entusiasta dell’accogliente successo e dello splendore artistico della Sicilia orientale, conta di ritornare in questa parte di isola il prossimo autunno per offrire nuovamente al pubblico ibleo un secondo incontro con la sua fresca letteratura.
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