"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).
mercoledì 25 febbraio 2009
CANDIDO CANNAVO’: L’ULTIMO DEI NARRATORI di Salvatore Morelli
lunedì 23 febbraio 2009
Networking dipendenza
Negli ultimi anni, si è assistito a un vero e proprio assalto verso alcuni siti di social network come myspace, facebook, msn o badoo su tutti. Solo in Italia, per esempio, i siti più comuni raccolgono più di cinque milioni di utenti rappresentando il loro passatempo preferito, ma è ovvio che questi dati diventano "vecchi" nel giro di poche settimane. Una cifra impressionante se si pensa il breve periodo di vita che hanno questi siti. Gli scopi per questa massiccia aderenza sono molteplici, si va dalla promozione del proprio lavoro a quella più diffusa di conoscenza di gente per arricchire la propria sfera di amicizie.
Se da un lato questo proliferare di siti ci permette di valorizzare il proprio lavoro o le proprie arti e fare amicizie, da un altro crea una certa dipendenza che a lungo andare potrebbe diventare dannosa per la salute dei fanatici favorendo il cosiddetto “technostress”. E si deve pure aggiungere il fatto che questa dipendenza, oltre a favorire l’ansia, molto spesso distrae gli impiegati dal lavoro, sottraendo loro tempo prezioso e rendendoli meno produttivi e operativi.
Alcune grandi società e pubbliche amministrazioni, stanno prendendo misure di sicurezza verso questa eccessiva dipendenza dai social network, limitandone l’accesso ai propri dipendenti durante le ore lavorative. Si tratta di un piccolo passo avanti nel tentativo di non distrarre troppo le persone almeno durante le ore lavorative, ma il passo migliore sarebbe quello di indirizzarle verso passioni non virtuali come leggere un buon libro, suonare uno strumento musicale o praticare sport. La nostra società in continua evoluzione non ci permette assolutamente di non contiuare ad un ritmo frenetico l'intreccio di nuove relazione e il mantenimento di contatti già esistenti, non c'è dubbio che il futuro è in mano al web e che l'uomo lentamente ma inesorabilmente sarà rilegato ad un ruolo sempre più marginale, di macchina costretta a non poter vivere senza web.
giovedì 19 febbraio 2009
Una gita nei Paesi Baschi
I Paesi Baschi (in basco Euskadi, in spagnolo Paìs vasco) sono una comunità autonoma della Spagna. Il loro capoluogo è Vitoria-Gasteiz. La scorso anno, verso la fine dell'inverno e l'avvento della primavera, ho avuto il piacere di visitare questo territorio rendendomi conto che mi trovavo in un paese nella via di mezzo tra Francia e Spagna, tra le città di Biarritz, Saint-Jean de Luze et Saint-Sebastian. L'atmosfera che si respirava in quelle giornate tra sole e temporali, era quella che stringe un popolo che insegue una certa voglia di indipendenza da tempo e che possiede una popria cultura, delle proprie tradizioni e un folklore che lo distingue dai francesi e dagli spagnoli. Un itineraio suggestivo che consiglio vivamente a tutti, grandi e piccini, che vi porterà alla scoperta dei piccoli porticcioli che si affacciano sul freddo adriatico, dei buoni ristoranti dove poter mangiare pesce freschissimo, oppure assaporare il buon prosciutto Serrano, oppure assistere ai surfisti che sfidano le alte onde provocate da un vento che tira insistentemente per tutto l'anno o se magari restare meravigliati dinanzi un arcobaleno che si disegna sul cielo prendendo come sfondo la cittadina di Saint-Jean de Luze dove poter trovare, in un piccolo negozietto del centro, del buon cioccolato fondente al gusto di peperoncino piccante o del caffè tostato al momento. Insomma un itinerario all'insegna del gusto ma anche del piacere e del relax, dov'è possibile passeggiare per le lunghe spiagge, a ridosso delle falaises, in compagnia del vento e di un'atmosfera davvero incantevole.
mercoledì 18 febbraio 2009
Perché si scrive?
martedì 17 febbraio 2009
Giosué Carducci "Faida di Comune"
mercanti e buon artieri,
voi di corsica visconti,
voi che in volta del levante mainaste or or la vela
fori porta del parlascio,
domenica 15 febbraio 2009
Dopo mezzanote
Martino (interpretato da Giorgio pasotti) è un ragazzo molto timido, introverso e riservato che lavora dentro la Mole Antonelliana come custode di notte del museo del cinema che vi è ospitato all’interno. Possiede una bicicletta e una vecchia cinepresa a manovella e per lui è tutto quello che gli serve per vivere, appassionato del film all’antica gira costantemente con la sua cinepresa per le vie della città con l’intento di creare un cortometraggio.
Amanda (interpretata da Francesca Inaudi) lavora al fast food dove Martino va a cercare regolarmente il suo pranzo. La sua vita è regolata dal lavoro e da una difficile relazione con un tipo detto L’Angelo (interpretato da Fabio Troiano), che di professione fa il ladro d’auto, e come del resto come tutti i ragazzi si accontenta della vita che fa limitandosi solamente a sognare di cambiarla.
Un giorno però le vite di Amanda e Martino s’incrociano quando lei aggredisce il suo presuntuoso datore di lavoro lanciandogli una scodella d’olio bollente addoso e scappa rifugiandosi all’interno del vicino museo del cinema dove incontra Martino che decide di ospitarla per la notte all’interno del museo, mentre fuori la polizia la cerca. Tra i due inevitabilmente nasce una sorta di complicità pacata ma sincera, che lentamente sfocia in un groviglio di sentimenti che si aggirano pericolosamente attorno l’amore.
Dopo qualche giorno di forzata prigionia all’interno del museo, Amanda può finalmente ritornare libera ma si accorge di ritrovarsi nella difficile posizione di dover paragonare e successivamente scegliere tra il suo compagno di sempre e Martino, il nuovo arrivato. Ma è il destino a dover tragicamente scegliere per lei.
La storia d’amore serve solo da sfondo per questa simpatica e leggera commedia ambientata interamente nelle strade di Torino dove Ferrario è bravo a mettere in scena problematiche sociali condendole con un pizzico di ironia che non guasta mai all’atmosfera bohemien che ruota intorno i giovani protagonisti.
venerdì 13 febbraio 2009
E poi si dice in giro che si legge poco......
giovedì 12 febbraio 2009
Invidia, che dolore!
mercoledì 11 febbraio 2009
Riflessioni su quella cosa chiamata...vita
martedì 10 febbraio 2009
Chissà Se Stai Dormendo di Jovanotti
lunedì 9 febbraio 2009
Nuovi sogni per i nostri ragazzi
Quest’evento è molto significativo per una città come Palermo, che è risaputo, non offre spunti e possibilità di percorsi indirizzati verso l’apprendimento di materie come danza, recitazione e canto a livelli professionali tramite docenti altamente qualificati (si tratta di registi, attori, coreografi, ballerini, musicisti) con notevoli esperienze nel campo professionale e riconosciute qualità artistiche a cui è affidato il compito di formare figure professionali in grado di affrontare le molteplici e impegnative esigenze del mondo dello spettacolo e dell’arte del Musical che richiedono una preparazione tecnica e artistica non indifferente.
Per sottolineare l’importanza di questa nuova realtà che nasce e del relativo investimento per i giovani, la direzione artistica della Da.Re.C academy sarà affidata al maestro Gino Landi (Regista e Coreografo di importanti opere teatrali, film e dei più famosi varietà della RAI) mentre la direzione e la coordinazione didattica invece saranno assegnate a Riccardo Trucchi (Coreografo di commedie musicali e assistente di regia di importanti varietà della RAI). Durante la rassegna stampa, Patrizia Li Vigni, ideatrice del progetto e direttrice dell’accademia dice che: “è importante dare la possibilità ai ragazzi di Palermo e provincia di esprimere le proprie potenzialità senza avere la necessità di spostarsi verso città come Roma o Milano e coi relativi impegni e difficoltà che quelle scelte impongono”.
Infatti, i giovani che decidono di intraprendere il sogno di poter un giorno calpestare i palcoscenici dei più importanti teatri d’Italia, molto spesso sono costretti a rinunciare davanti alle onerose difficoltà cui si trovano a fare i conti quali gli alloggi troppo cari, la lontananza da casa, i distacchi dagli affetti familiari, cio non fa altro che aumentare il loro malcontento alimentando quella sottostima che i giovani nutrono per la loro città che offre poco.
Riccardo Trucchi, già docente della Da.Re.C academy di Roma parla con entusiasmo e molta positività sulla buona riuscita di questo importante progetto che lo ha coinvolto personalmente: “Sono stato catturato fin dall’inizio da questo progetto perché mi sono accorto, tramite alcuni stage fatti in precedenza a Palermo, che i ragazzi di questa città hanno molte energie e voglia di fare e anche se a livello amatoriale, sono molto preparati.” Dinanzi le domande di alcuni genitori che si sono posati il questito su quale futuro questa accademia possa dare ai propri figli iscritti da poco, Gino Landi risponde che: “Al termine dell’accademia noi non assicruamo il lavoro sicuro a tutti gli iscritti ma non c’è dubbio che chi le capacità ce li ha e saprà dimostrarlo sul palco, di sicuro qualcosa succederà”. Aggiunge poi: “Questo è un lavoro molto duro che richiede devozione, coraggio, molta enrgia, impegno, culture, disciplina e tante altri doti necessarie, ma alla fine chi riesce è sempre colui che avrà mostrato tenacia.”
Numerose sono le materie di studio che i giovani affonteranno in questa accademia professionale di musical. Le tre discipline fondamentali quali danza, recitazione e canto, saranno affiancate da altre come potenziamento a queste: improvvisazione, dizione, voce, recitazione teatrale, scherma, tecnica microfonica, movimento scenico, storia del musical, intonazione e tante altre. Inoltre numerosi stage saranno e incontri con noti attori e registi professionisti, saranno organizzati con assiduità nel corso dell’anno accademico che avranno l’obiettivo di arricchire gli studi e mettere in scena ciò che avranno appreso.
L’accademia del Musical, che dispone di ampi locali attrezzati presso il Wisser Club, ha una durata di 33 settimane per circa 20 ore settimanali e sarà aperta a tutti coloro che avranno compiuto 17 anni di età, previo superamento di un provino di ammissione. Al termine di ogni anno verrà rilasciato un diploma di aviamento professionale.
domenica 8 febbraio 2009
Bohemian Rhapsody
sabato 7 febbraio 2009
Una pianura un tempo verde
Sembrerebbe retorico ripetere che la causa principale di distruzione di questo patromionio provinciale è l’uomo, ma siamo davanti, ancora una volta, in presenza di una prova tangibile che se l’uomo non rifletta bene su dove posare ruspe e pale meccaniche, può ritrovarsi davanti a problemi ben più gravi. Difatti, questa valle, un tempo dominata da alberi, rappresentava il polmone verde di Palermo e provincia e la sua continua distruzione, oltre ad impoverire la qualità e il riciclo dell’aria, potrebbe causare fenomeni di erosione del suolo e quindi seri rischi di frane, smottamenti e avvallamenti con gravi conseguenze per le abitazioni.
Oltre ai danni causati al suolo, la continua distruzione di questo patrimonio boschivo e il suo continuo abbandono, comporta una drastica diminuizione di produzione da parte dei nostri pregiati agrumeti, con il conseguente bisogno di importare agrumi da paesi stranieri. Un paradosso se pensiamo che non siamo in grado di soddisfare il fabbisogno interno. I nostri pregiati agrumi necessitano dell’istituzione di un marchio d’origine protetta favorendone e incentivandone il suo commercio nella nostra cara isola.
venerdì 6 febbraio 2009
Il mio dolore
il mare ha profuso
dagli immani forzieri
dischiusi
che sulle brune scogliere
si infrangono.
Eri livido
turgido e striato
preda di perfido furore
e dagli abissi evocavi
scheletri di ciclopi
scagliati
dai gorghi dei flutti
immensi
Sulle creste sollevati
quei paurosi giganti
insidiano ogni vita
ogni bene.
Irato conviene che ti celi
al mio cospetto
poiché tutto risveglia
il mio dolore.
I sessant'anni di Tex Willer
La nascita di Tex, rivoluziona in qualche modo l’immagine che si ha comunemente degli indiani nativi d’america, visti più che altro come selvaggi pronti a difendere col sangue i prorpi confini territoriali delle riserve che il governo americano aveva affidato loro dopo dure e lunghe battaglie. Con Tex queste tribù indiane appaiono come popoli ricchi di tradizioni e culture e quindi degni di assoluto rispetto da parte di tutti gli americani arrivati “dopo”.
Oggi Tex è uno dei fumetti più venduti in Italia, conta circa 576 albi normali, per tradizione tutti in bianco e nero a parte i numeri 100 e suoi multipli, e non sembra proprio che voglia andare in pensione. Inoltre particolare attenzione destano gli albi speciali, caratterizzati dalla presenza di materiale informativo sui territori dove si snodato le vicende e da formati extra e ben più ricchi di pagine rispetto ai formati tradizionali.
Il personaggio di Tex, affiancato dai fedelissimi Kit Carson, il figlio Kit Willer e l’amico indiano Tiger Jack, rappresenta il tipico eroe che non ama le ingiustizie e disposto a far tronfare la giustizia a costo di violare la legge. Il cowboy, abilissimo nei corpo a corpo, è anche dotato di una mira infallibile, di nervi saldi che gli permettono di mantenere lucidità ogni qualvolta si trovi in situazioni difficili come quando affronta i celebri nemici come Mefisto o suo figlio Yama.
Nel corso dei decenni, benché il personaggio non abbia subito grandi variazioni nella sua realizzazione grafica e della mission iniziale dei testi delle sue avventure, si sono susseguiti diversi disegnatori e narratori italiani e a volte anche stranieri, che hanno saputo sempre mantenere alto il livello di un fumetto che ha saputo conquistare milioni di lettori e collezionisti.
mercoledì 4 febbraio 2009
Zapping notturno
Si tratta di trasmissioni a carattere culturale, storico, artistico, documentari naturalisti o che trattano di professioni artigianali, le cui arti si tramandano di generazione in generazione come un bene prezioso da salvaguardare. Figure quali quelle dei liutai, degli accordatori di strumenti musicali, dei tessitori artigianali o dei restauratori di mobili, in genere di tutti quegli artigiani, immersi in un mondo e in un’epoca in cui l’industria e la catena di montaggio stanno ingoiando e sommergendo tali professioni fino a farle sparire quasi del tutto a causa della freneticità della nostra epoca dove vogliamo tutto e in breve tempo.
Si tratta di attività antichissime che richiedono passione e devozione, molto spesso misconosciute dai giovani, vittime di un generale disinteressamento della nostra società consumista e dominata sempre più da internet. La generazione odierna sta vivendo una fase di vera e propria alienazione e distaccamento dalla realtà del mondo professionale manuale e artistico di un tempo: tale allontanamento trova la propria causa negli svaghi e nell’utilizzo dei molteplici e moderni strumenti elettronici, quali cellulari, ipod, computer, che favoriscono l’accesso facile in mondo virtuale e poco pratico. Nella nostra attuale epoca dell’immediatezza e del virtuale, sempre alla continua ricerca di relazioni e rapporti con gli altri, la sola idea di trascorrere prezioso tempo nell’applicazione di un lavoro manuale e artistico, che magari preveda il restauto o la realizzazione di un oggetto con metodi anticissimi, diviene praticamente impensabile.
Ma se in televisione è possibile fruire di informazioni su queste antiche professioni tramite trasmissioni e documentari, perché mai ciò viene relegato a fasce orarie inaccessibili per la maggior parte della gente e dei giovani in particolar modo? L’attuale programmazione televisiva pomeridiana invece prevede spettacoli di tutt’altro genere, sicuramente poco educative e interessanti e di certo non dotate di alto spessore culturale, sociologico e artistico.
I potenti che monopolizzano il più diffuso mezzo di comunicazione di massa della nostra epoca, quale la televisione, dovrebbero assumersi molte più responsabilità morali nei confronti dell’utenza cittadina, che come ricorderemo, viene anche tassata, mediante un canone annuo, per usufruire di un servizio pubblico informativo. Nella selezione degli argomenti e dei temi di tale informazione occorrerebbe prestare meno attenzione ai risvolti economici e ai tornaconti finanziari, per poter invece concentrare l’interesse verso le implicazioni sociali ed economico-politiche del trasmettere taluni programmi.
Presentare ad un pubblico vasto filmati su professioni alternative, oramai insolite e in via d’estinzione, potrebbe costituire uno stimolo nuovo per i giovani e forse favorire la nascita di una nuova tendenza professionale, nuova ed antica al tempo stesso, che riesca ad alleviare in qualche modo la regnante ideologia consumista. Perché rispolverare i tesori del passato spesso consente uno sviluppo e una crescita più sana per il futuro e certamente aiuterebbe il mondo dei giovani a distrarsi dai valori superficiali e futili dell’apparenza per godere di arricchimento e scoperta in termini di capacità e conoscenza.
martedì 3 febbraio 2009
Oligarchia editoriale
In Italia, il mercato del libro è praticamente monopolizzato da quattro grandi gruppi editoriali, che si spartono circa il novanta per cento del mercato nazionale, rendendo la spravvivenza quasi impossibile a molte piccole realtà editoriali. Codesti gruppi sono: Bompiani, Rizzoli, Feltrinelli e Mondadori. Tutte le altre case editrici indipendenti, si devono spartire la restante e minuscola quota di mercato. Le conseguenze di questa “mafia editoriale” sono molteplici. Le piccole case editrici non possono finanziariamente investire su nuovi autori, perché in un mercato dove si vendono solo autori già di successo, l’autore esordiente non avrà mai la possibilità di emergere. Inoltre, la distribuzione a livello nazionale, comporta tutta una serie di rischi commerciali e spese finanziarie, che non tutte le case editrici possono permettersi, quindi sarà difficile trovare le opere di autori esordienti distribuite a livello nazionale presso le migliori librerie.
La maggior parte di queste piccole e medie case editrici indipendenti, che dispongono di limitati spazi di mercato e ridotte risorse volte all’investimento, sono costrette a chiedere agli autori esordienti, un contributo per la pubblicazione della propria opera che spesso si traduce nell’acquisto di un numero di copie della propria opera. Ciò comporta un trasmissione di notevole sfiducia e sgomento, verso chi tenta di approcciarsi a questo mondo, con la consegueziale e automatica rinuncia dell’aspirante scrittore alla propria passione.
In un mercato editoriale che vive, del resto come tutti gli altri settori, un periodo di profonda crisi, questi libri dei giovani autori esordienti risultano praticamente invendibili, per mancanza ovviamente di pubblicità (le più importanti testate giornalistiche nazionali non dedicano mai spazi ai giovani autori esordienti) e di una non buona distribuzione.
Questa tendenza tuttavia non potrà mai invertirsi perché siamo di fronte un sistema consolidato da anni, dove il più piccolo per legge di natura, è costretto a soccombere. Tuttavia qualcosa si può pur sempre tentare, come partecipare alle fiere del libro e della piccola editoria, create appositamente con lo scopo di far scoprire le piccole realtà editoriali al grande pubblico. Un’altra iniziativa positiva potrebbe essere rappresentata da internet, andando a cercare i siti di quelle case editrici che propongono nuovi autori, spesso con opere di qualità. Per ultimo e consiglio che mi sento di dare a tutti i lettori, quado si entra in una libreria, è quello di non farsi imbonire dalle belle copertine e sopratutto dai libri maggiormente esposti ed esclusivamente di autori già famosi, ma di andare a curiosare negli scaffali più bui e meno in vista, che quasi sempre sono riservati agli autori sconosciuti.
lunedì 2 febbraio 2009
Amore, amore....... Amore.
domenica 1 febbraio 2009
Il rispolvero di un periodico dinamico e liberty
La storia di questo periodico è lunga e caratterizzata da tre fasi salienti, la prima, quella dei primi anni del secolo dove il periodico circolava nei salotti culturali di una Palermo molto letteraria e sede di prestigiose case editrici, che nel tempo sono scomparse. La seconda, quella che va dal 1981 al 1985, quando fu Ovidio Consiglio a riprendere in mano il periodico di famiglia e ripubblicarlo, quelli furono anni molto complessi, caratterizzati dal piombo della mafia dove Il bandolo riscuoteva enorme successo presso Università, Accademie e Scuole in genere tanto da essere stato iscritto allo “Albo dei giornali di alto valore culturale” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma quel periodo di successo volse presto al termine a causa della salute non egregia di Ovidio Consiglio che dovette interrompere la pubblicazione del pariodico. A distanza di ventitré anni, la testata riprende vita grazie al nipote del fondatore, il professor Luigi Gianfranco Consiglio, che con amore e pazienza tenta una nuova avventura nel tentativo di conquistare il cuore di quei palermitani attenti alla vera mission di un periodico che vuole diffondere cultura mantenendo quello spiritito e quell’ideologia democratica che per decenni lo hanno contraddistinto nel panorama editoriale palermitano.
Sfogliando le pagine di questo periodico, ci ritroviamo di fronte articoli interessanti e ben scritti come “Palermo....in ferrovia” di Emanuele Nicosia, “Ottocento siciliano” di Rosario Lentini, “Perché la Contessa Adelasia morì a Patti” di Pasquale Hamel oppure “Il viale della libertà, prima che lo restringessero” di Luigi Gianfranco Consiglio. Sul periodico si possono leggere poesie edite e inedite di affermati e giovani artisti siciliani, recensioni di libri di autori ed editori nostrani. Inoltre sulla rivista appaiono tanti piccoli trafiletti che destano particolare attenzione a tematiche tanto care ai palermitani come l’arte e la musica. Inoltre nelle ultime pagine di ogni numero, un’avvincente storia illustrata a puntate, terrà compagnia gli appassionati lettori. Si tratta delle vicende del celebre poliziotto italiano Joe Petrosino, narrate e illustrate dal giovane Fabio Consiglio.
Finalmente.....Blog
I libri, strumenti principi del sapere, come ben noto, nascondono un immenso tesoro storico, culturale, espressivo nonché fantasioso all’interno delle pagine cui sono formati. Ogni volta che se ne legge il contenuto c’è il rischio di incappare in sentimenti, emozioni, riflessioni che abbiamo già vissuto nella vita reale oppure cominciare a viaggiare ripercorrendo a ritroso secoli e secoli di evoluzione storico artistica che ci ha portati nel nostro ventunesimo secolo.
“La parola è un gran dominatore, che con piccolissimo corpo e invisibilissimo, divinissime cose sa compiere; riesce infatti a calmar la paura, e a eliminare il dolore, e a suscitare la gioia, e ad aumentar la pietà.... La poesia nelle sue varie forme io la ritengo e la chiamo un discorso con metro, e chi l’ascolta è invaso da un brivido di spavento, da una compassione che strappa le lacrime, da una struggente brama di dolore, e l’anima patisce, per effetto delle parole, un suo proprio patimento.” Questo testo è tratto da L’encomio di Elena, testo del filosofo sofista Gorgia da Leontini. Si tratta di una chiara dimostrazione della reale forza della parole che posseggono un potere straordinario, capace di stravolgere e persuadere animi, pensieri e credenze secolari come fece appunto Gorgia per discolpare Elena dall’accusa di aver provocato la sanguinosa guerra di Troia.
Ma il mio blog non si occuperà solo di libri. Ci saranno notizie d’attualità, cultura, cronaca, eventi che sconvolgono o segnano in continuazione la nostra vita. Appariranno comunicati, articoli, recensioni di libri e di film, si parlerà di musica e di ogni genere artistico volto ad arricchire la mente e il sapere umano nel suo complesso e inarrestabile ciclo evolutivo.