"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

mercoledì 11 febbraio 2009

Riflessioni su quella cosa chiamata...vita


Cos'è la vita? Dove andiamo? Da dove veniamo? Sono queste domande che ci poniamo oramai dalla notte dei tempi e ad essere onesto e sincero, soprattutto con me stesso, la continua ricerca di impossibili risposte un po' mi stanno nauseando. Tuttavia non posso permettermi di passar oltre ed ignorare codeste domande che puntualmente, giorno dopo giorno, soprattutto in quest'ultimo periodo chissà per quale segno divino, me le ritrovo nella mente che scodinzolano felici in cerca di un padrone che li prende a cuore, li accudisca e soprattutto tenti di abbozzare delle risposte plausibili e il meno approssimative possibili. Ma ogni volta tale esercizio mi risulta difficile, finisco quindi col bloccarmi e riflettere sulla condizione umana che da secoli si ripete in un cicli apparentemente infinito. Si nasce, si vive e si muore. In quei pochi minuti cui mi blocco, la mia mente formula riflessioni e teorie sull'importanza della vita e sulla sua unicità. La vita è una e bisogna viverla intensamente, con passione e creando positività per migliorare il nostro karma (come sostengono delle teorie indiane) e soprattutto tentando di viverla accanto le persone a cui teniamo di più. In quei pochi minuti di intensa riflessione mi accorgo della straordinarietà dell'evento stesso, del trovarmi con una ragione a pensare e riflettere. E rido. Mi sento felice perché qualcuno mi ha dato la possibilità di viverla e di conseguenza mi sento in dovere di agire per ringraziare quel qualcuno o qualcosa. Il terrore della morte, che per pochi secondi mi aveva attanagliato soffocandomi quasi, lentamente svanisce per lasciare posto a una voglia di vita, di agire e creare. Sarà forse che in quest'ultimo periodo non scrivo perché ho da poco terminato un altro romanzo o forse il tempo perennemente grigio e piovoso che manifesta tristezza all'interno del mio ego, ad ogni modo non posso privarmi di pensare che se ogni uomo sulla terra, che abbia un minimo di potere o di rilevanza sociale, ogni singolo giorno della sua esistenza, soltanto per un minuto si fermasse a pensare e capire che la vita è una e che bisogna rispettarla, credo che il mondo sarebbe migliore e soprattutto certi scempi sociali non avrebbero vita.

Nessun commento:

Posta un commento