Nel 2003 nasce il film Dopo mezzanotte una bella commedia italiana scritta, diretta e prodotta da Davide Ferrario che giostra un cast giovane, fresco ma dinamico con sullo sfondo la voce narrante di Silvio Orlando.
Martino (interpretato da Giorgio pasotti) è un ragazzo molto timido, introverso e riservato che lavora dentro la Mole Antonelliana come custode di notte del museo del cinema che vi è ospitato all’interno. Possiede una bicicletta e una vecchia cinepresa a manovella e per lui è tutto quello che gli serve per vivere, appassionato del film all’antica gira costantemente con la sua cinepresa per le vie della città con l’intento di creare un cortometraggio.
Amanda (interpretata da Francesca Inaudi) lavora al fast food dove Martino va a cercare regolarmente il suo pranzo. La sua vita è regolata dal lavoro e da una difficile relazione con un tipo detto L’Angelo (interpretato da Fabio Troiano), che di professione fa il ladro d’auto, e come del resto come tutti i ragazzi si accontenta della vita che fa limitandosi solamente a sognare di cambiarla.
Un giorno però le vite di Amanda e Martino s’incrociano quando lei aggredisce il suo presuntuoso datore di lavoro lanciandogli una scodella d’olio bollente addoso e scappa rifugiandosi all’interno del vicino museo del cinema dove incontra Martino che decide di ospitarla per la notte all’interno del museo, mentre fuori la polizia la cerca. Tra i due inevitabilmente nasce una sorta di complicità pacata ma sincera, che lentamente sfocia in un groviglio di sentimenti che si aggirano pericolosamente attorno l’amore.
Dopo qualche giorno di forzata prigionia all’interno del museo, Amanda può finalmente ritornare libera ma si accorge di ritrovarsi nella difficile posizione di dover paragonare e successivamente scegliere tra il suo compagno di sempre e Martino, il nuovo arrivato. Ma è il destino a dover tragicamente scegliere per lei.
La storia d’amore serve solo da sfondo per questa simpatica e leggera commedia ambientata interamente nelle strade di Torino dove Ferrario è bravo a mettere in scena problematiche sociali condendole con un pizzico di ironia che non guasta mai all’atmosfera bohemien che ruota intorno i giovani protagonisti.
Martino (interpretato da Giorgio pasotti) è un ragazzo molto timido, introverso e riservato che lavora dentro la Mole Antonelliana come custode di notte del museo del cinema che vi è ospitato all’interno. Possiede una bicicletta e una vecchia cinepresa a manovella e per lui è tutto quello che gli serve per vivere, appassionato del film all’antica gira costantemente con la sua cinepresa per le vie della città con l’intento di creare un cortometraggio.
Amanda (interpretata da Francesca Inaudi) lavora al fast food dove Martino va a cercare regolarmente il suo pranzo. La sua vita è regolata dal lavoro e da una difficile relazione con un tipo detto L’Angelo (interpretato da Fabio Troiano), che di professione fa il ladro d’auto, e come del resto come tutti i ragazzi si accontenta della vita che fa limitandosi solamente a sognare di cambiarla.
Un giorno però le vite di Amanda e Martino s’incrociano quando lei aggredisce il suo presuntuoso datore di lavoro lanciandogli una scodella d’olio bollente addoso e scappa rifugiandosi all’interno del vicino museo del cinema dove incontra Martino che decide di ospitarla per la notte all’interno del museo, mentre fuori la polizia la cerca. Tra i due inevitabilmente nasce una sorta di complicità pacata ma sincera, che lentamente sfocia in un groviglio di sentimenti che si aggirano pericolosamente attorno l’amore.
Dopo qualche giorno di forzata prigionia all’interno del museo, Amanda può finalmente ritornare libera ma si accorge di ritrovarsi nella difficile posizione di dover paragonare e successivamente scegliere tra il suo compagno di sempre e Martino, il nuovo arrivato. Ma è il destino a dover tragicamente scegliere per lei.
La storia d’amore serve solo da sfondo per questa simpatica e leggera commedia ambientata interamente nelle strade di Torino dove Ferrario è bravo a mettere in scena problematiche sociali condendole con un pizzico di ironia che non guasta mai all’atmosfera bohemien che ruota intorno i giovani protagonisti.
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