"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

martedì 3 febbraio 2009

Oligarchia editoriale


Se guardiamo su qualsiasi quotidiano o periodico nazionale, le classifiche dei libri più venduti, che si tratti di saggi, romanzi di autori italiani o stranieri, ci accorgiamo che nelle prime dieci posizioni, quasi sempre troviamo libri e autori pubblicati con le solite e note case editrici.
In Italia, il mercato del libro è praticamente monopolizzato da quattro grandi gruppi editoriali, che si spartono circa il novanta per cento del mercato nazionale, rendendo la spravvivenza quasi impossibile a molte piccole realtà editoriali. Codesti gruppi sono: Bompiani, Rizzoli, Feltrinelli e Mondadori. Tutte le altre case editrici indipendenti, si devono spartire la restante e minuscola quota di mercato. Le conseguenze di questa “mafia editoriale” sono molteplici. Le piccole case editrici non possono finanziariamente investire su nuovi autori, perché in un mercato dove si vendono solo autori già di successo, l’autore esordiente non avrà mai la possibilità di emergere. Inoltre, la distribuzione a livello nazionale, comporta tutta una serie di rischi commerciali e spese finanziarie, che non tutte le case editrici possono permettersi, quindi sarà difficile trovare le opere di autori esordienti distribuite a livello nazionale presso le migliori librerie.
La maggior parte di queste piccole e medie case editrici indipendenti, che dispongono di limitati spazi di mercato e ridotte risorse volte all’investimento, sono costrette a chiedere agli autori esordienti, un contributo per la pubblicazione della propria opera che spesso si traduce nell’acquisto di un numero di copie della propria opera. Ciò comporta un trasmissione di notevole sfiducia e sgomento, verso chi tenta di approcciarsi a questo mondo, con la consegueziale e automatica rinuncia dell’aspirante scrittore alla propria passione.
In un mercato editoriale che vive, del resto come tutti gli altri settori, un periodo di profonda crisi, questi libri dei giovani autori esordienti risultano praticamente invendibili, per mancanza ovviamente di pubblicità (le più importanti testate giornalistiche nazionali non dedicano mai spazi ai giovani autori esordienti) e di una non buona distribuzione.
Questa tendenza tuttavia non potrà mai invertirsi perché siamo di fronte un sistema consolidato da anni, dove il più piccolo per legge di natura, è costretto a soccombere. Tuttavia qualcosa si può pur sempre tentare, come partecipare alle fiere del libro e della piccola editoria, create appositamente con lo scopo di far scoprire le piccole realtà editoriali al grande pubblico. Un’altra iniziativa positiva potrebbe essere rappresentata da internet, andando a cercare i siti di quelle case editrici che propongono nuovi autori, spesso con opere di qualità. Per ultimo e consiglio che mi sento di dare a tutti i lettori, quado si entra in una libreria, è quello di non farsi imbonire dalle belle copertine e sopratutto dai libri maggiormente esposti ed esclusivamente di autori già famosi, ma di andare a curiosare negli scaffali più bui e meno in vista, che quasi sempre sono riservati agli autori sconosciuti.

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